Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/218

Da Wikisource.
212 operette morali


questi miei sentimenti nascano da malattia, non so; so che, malato o sano, calpesto la vigliaccheria degli uomini, rifiuto ogni consolazione e ogn’inganno puerile, ed ho il coraggio di sostenere la privazione di ogni speranza, mirare intrepidamente il deserto della vita, non dissimularmi nessuna parte dell’infelicitá umana, ed accettare tutte le conseguenze di una filosofia dolorosa, ma vera. La quale se non è utile ad altro, procura agli uomini forti la fiera compiacenza di vedere strappato ogni manto alla coperta e misteriosa crudeltá del destino umano. Io diceva queste cose fra me, quasí come se quella filosofia dolorosa fosse d’invenzione mia; vedendola cosí rifiutata da tutti, come si rifiutano le cose nuove e non piú sentite. Ma poi, ripensando, mi ricordai ch’ella era tanto nuova, quanto Salomone, e quanto Omero, e i poeti e i filosofi piú antichi che si conoscano; i quali tutti sono pieni pienissimi di figure, di favole, di sentenze significanti l’estrema infelicitá umana; e chi di loro dice che l’uomo è il piú miserabile degli animali; chi dice che il meglio è non nascere, e per chi è nato, morire in cuna; altri che uno che sia caro agli dèi muore in giovinezza, ed altri altre cose infinite su questo andare60. E anche mi ricordai che da quei tempi insino a ieri o all’altro ieri, tutti i poeti e tutti i filosofi e gli scrittori grandi e piccoli, in un modo o in un altro, avevano ripetute o confermate le stesse dottrine. Sicché tornai di nuovo a meravigliarmi: e cosí tra la maraviglia e lo sdegno e il riso passai molto tempo; finché, studiando piú profondamente questa materia, conobbi che l’infelicitá dell’uomo era uno degli errori inveterati dell’intelletto, e che la falsitá di questa opinione, e la felicitá della vita, era una delle grandi scoperte del secolo decimonono. Allora m’acquetai, e confesso ch’io aveva il torto a credere quello ch’io credeva.

Amico. E avete cambiata opinione?

Tristano. Sicuro. Volete voi ch’io contrasti alle veritá scoperte dal secolo decimonono?

Amico. E credete voi tutto quello che crede il secolo?

Tristano. Certamente. Oh che maraviglia?