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dialogo di tristano e di un amico 213


Amico. Credete dunque alla perfettibilitá indefinita dell'’uomo?

Tristano. Senza dubbio.

Amico. Credete che in fatti la specie umana vada ogni giorno migliorando?

Tristano. Sí certo. È ben vero che alcune volte penso che gli antichi valevano, delle forze del corpo, ciascuno per quattro di noi. E il corpo è l’uomo; perché (lasciando tutto il resto) la magnanimitá, il coraggio, le passioni, la potenza di fare, la potenza di godere, tutto ciò che fa nobile e viva la vita, dipende dal vigore del corpo, e senza quello non ha luogo. Uno che sia debole di corpo non è uomo, ma bambino; anzi peggio; perché la sua sorte è di stare a vedere gli altri che vivono, ed esso al piú chiacchierare; ma la vita non è per lui. E però anticamente la debolezza del corpo fu ignominiosa, anche nei secoli piú civili. Ma tra noi giá da lunghissimo tempo l’educazione non si degna di pensare al corpo, cosa troppo bassa e abbietta: pensa allo spirito; e appunto, volendo coltivare lo spirito, rovina il corpo, senza avvedersi che rovinando questo, rovina a vicenda anche lo spirito. E dato che si potesse rimediare in ciò all’educazione, non si potrebbe mai senza mutare radicalmente lo stato moderno della societá, trovare rimedio che valesse in ordine alle altre parti della vita privata e pubblica, che tutte, di proprietá loro, cospirarono anticamente a perfezionare o a conservare il corpo, e oggi cospirano a depravarlo. L’effetto è che, a paragone degli antichi, noi siamo poco piú che bambini, e che gli antichi a confronto nostro si può dire piú che mai che furono uomini. Parlo cosí degl’individui paragonati agl’individui, come delle masse (per usare questa leggiadrissima parola moderna) paragonate alle masse. Ed aggiungo che gli antichi furono incomparabilmente piú virili di noi anche ne’ sistemi di morale e di metafisica. A ogni modo io non mi lascio muovere da tali piccole obbiezioni, credo costantemente che la specie umana vada sempre acquistando.

Amico. Credete ancora, giá s’intende, che il sapere, o, come si dice, i lumi, crescano continuamente.