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Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/321

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appendice 315


d’accordo alla meglio questi due incompatibili ed irreconciliabili elementi dell’umano sistema, ragione e natura, esistenza e nullitá, vita e morte.

29 aprile 1S22, Z. 2402 (IV, 219):

La natura vieta il suicidio. Qual natura? Questa nostra presente?


Noi siamo di tutt’altra natura da quella ch’eravamo. Paragoniamoci colle nazioni naturali, e vediamo se quegli uomini si possono stimare d’una stessa razza con noi. Paragoniamoci con noi medesimi fanciulli, e avremo lo stesso risultato. L’assuefazione è una seconda natura; massime l’assuefazione cosí radicata, cosí lunga e cominciata in sì tenera etá, com’è quell’assuefazione (composta d’assuefazioni infinite e diversissime) che ci fa esser tutt’altri che uomini naturali o conformi alla prima natura dell’uomo e alla natura generale degli esseri terrestri. Pasti dire che volendo con ogni massimo sforzo rimetterci nello stato naturale, non potremmo, né quanto al fisico, che non lo sopporterebbe in verun modo, né, posto che si potesse quanto al fisico ed esternamente, si potrebbe quanto al morale ed internamente; il che viene ad esser tutt’uno, non potendo noi esser piú partecipi della felicitá destinata all’uomo naturalmente, perché l’interno nostro, ch’è la parte principale di noi, non può tornar qual era, per nessuna cagione o arte. Che ha dunque a fare in questa quistione del suicidio, e in ogni altra cosa che ci appartenga, la legge o l’inclinazione di una natura che non solo non è nostra, ma anche volendo noi e procurandolo per ogni verso non potrebbe piú essere? Il punto dunque sta qual sia l’inclinazione e il desiderio di questa seconda natura, ch’è veramente nostra e presente. E questa, invece d’opporsi a! suicidio, non può far che non lo consigli e non lo brami intensamente; perché anch’ella odia sopratutto l’infelicitá e sente che non la può fuggire se non con la morte, e non tollera che la tardanza di questa allunghi i suoi patimenti. Dunque la vera natura nostra, che non abbiamo da far niente cogli uomini del tempo di Adamo, permette, anzi richiede il suicidio. Se la nostra natura fosse la prima natura umana, non saremmo infelici; e questo è inevitabilmente e irrimediabilmente; e non desidereremmo, anzi abboniremmo la morte.

La nostra natura presente è appresso a poco la ragione. La quale anch’essa odia l’infelicitá. E non v’è ragionamento umano