Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/79

Da Wikisource.

dialogo di t. tasso e del suo genio familiare 73


di persone in capo che stieno ragionando, e ogni menomo soggetto che mi si rappresenti al pensiero, mi basta a farne tra me e me una gran diceria.

Genio. Cotesto abito te lo vedrai confermare e accrescere di giorno in giorno per modo che, quando poi ti si renda la facoltá di usare cogli altri uomini, ti parrá essere piú disoccupato stando in compagnia loro, che in solitudine. E quest’assuefazione in sí fatto tenore di vita, non credere che intervenga solo a’ tuoi simili, giá consueti a meditare; ma ella interviene in piú o men tempo a chicchessia. Di piú, l’essere diviso dagli uomini e, per dir cosí, dalla vita stessa porta seco questa utilitá: che l’uomo, eziandio sazio, chiarito e disamorato delle cose umane per l’esperienza; a poco a poco assuefacendosi di nuovo a mirarle da lungi, donde elle paiono molto piú belle e piú degne che da vicino, si dimentica della loro vanitá e miseria; torna a formarsi e quasi crearsi il mondo a suo modo; apprezzare, amare e desiderare la vita; delle cui speranze, se non gli è tolto o il potere o il confidare di restituirsi alla societá degli uomini, si va nutrendo e dilettando, come egli soleva a’ suoi primi anni. Di modo che la solitudine fa quasi l’ufficio della gioventú; o certo ringiovanisce l’animo, ravvalora e rimette in opera l’immaginazione, e rinnuova nell’uomo esperimentato i beneficii di quella prima inesperienza che tu sospiri. Io ti lascio; che veggo che il sonno ti viene entrando; e me ne vo ad apparecchiare il bel sogno che ti ho promesso. Cosí, tra sognare e fantasticare, andrai consumando la vita; non con altra utilitá che di consumarla; che questo è l’unico frutto che al mondo se ne può avere, e l’unico intento che voi vi dovete proporre ogni mattina in sullo svegliarvi. Spessissimo ve la conviene strascinare co’ denti: beato quel di che potete o trarvela dietro colle mani, o portarla in sul dosso. Ma, in fine, il tuo tempo non è piú lento a correre in questa carcere, che sia nelle sale e negli orti quello di chi ti opprime. Addio.

Tasso. Addio. Ma senti. La tua conversazione mi riconforta pure assai. Non che ella interrompa la mia tristezza: ma