Pagina:Leopardi, Giacomo – Operette morali, 1928 – BEIC 1857808.djvu/93

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il parini - capitolo ii 87


che ella ti par cosa di niuna stima. Ora la lingua è tanta parte dello stile, anzi ha tal congiunzione seco, che difficilmente si può considerare l’una di queste due cose disgiunta dall’altra; a ogni poco si confondono insieme ambedue, non solamente nelle parole degli uomini, ma eziandio nell’intelletto; e mille loro qualitá e mille pregi o mancamenti, appena, e forse in niun modo, colla piú sottile e accurata speculazione, si può distinguere e assegnare a quale delle due cose appartengano, per essere quasi comuni e indivise tra l’una e l’altra. Ma certo niuno straniero è, per tornare alle parole del Castiglione, «assueto a scrivere» elegantemente nella tua lingua. Di modo che lo stile, parte sí grande e sí rilevante dello scrivere, è cosa d’inesplicabile difficoltá e fatica, tanto ad apprenderne l’intimo e perfetto artificio, quanto ad esercitarlo, appreso che egli sia; non ha propriamente altri giudici, né altri convenevoli estimatori. ed atti a poter lodarlo secondo il merito, se non coloro che in una sola nazione del mondo hanno uso di scrivere. E verso tutto il resto del genere umano, quelle immense difficoltá e fatiche sostenute circa esso stile, riescono in buona e forse massima parte inutili e sparse al vento. Lascio l’infinita varietá dei giudizi e delle inclinazioni dei letterati; per la quale il numero delle persone atte a sentire le qualitá lodevoli di questo o di quel libro, si riduce ancora a molto meno.

Ma io voglio che tu abbi per indubitato che a conoscere perfettamente i pregi di un’opera perfetta o vicina alla perfezione, e capace veramente dell’immortalitá, non basta essere assuefatto a scrivere, ma bisogna saperlo fare quasi cosí perfettamente come lo scrittore medesimo che hassi a giudicare. Perciocché l’esperienza ti mostrerá che a proporzione che tu verrai conoscendo piú intrinsecamente quelle virtú nelle quali consiste il perfetto scrivere, e le difficoltá infinite che si provano in procacciarle, imparerai meglio il modo di superare le une e di conseguire le altre; in tal guisa che niuno intervallo e niuna differenza sará dal conoscerle all’imparare e possedere il detto modo; anzi saranno l’una e l’altra una cosa sola.