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108 moralisti greci

[XLVII]

Quando tu sarai perfetto quanto all’uso e al reggimento del corpo, non volere però pavoneggiarti e fare mostra di questa cosa; e se tu berrai acqua, tu non dirai ad ogni occasione: ‘io non beo che acqua’. E se alcuna volta ti vorrai esercitare alla sofferenza per amor di te stesso e non delle cose estrinseche, tu non andrai ad abbracciare le statue, ma talora che tu arderai della sete, piglia una boccata d’acqua fresca e sputala, e di ciò non far motto.

[XLVIII]

Stato e contrassegno dell’uomo comune si è né beneficio né danno aspettarsi mai da sé stesso, ma sí dalle cose di fuori. Stato e contrassegno del filosofo, ogni qualsivoglia utilitá o nocumento sperare o temere da sé medesimo.

Segni che uno fa pro nella filosofia sono non parlare male di alcuno; non lodar chicchessia; di niuno lamentarsi; niuno incolpare; non favellare cosa alcuna di sé come di persona di qualche peso o che s’intenda di che che sia; provando impedimento o disturbo in qualche sua intenzione, imputar la colpa a sé stesso; lodato, ridere interiormente del lodatore; biasimato, non si difendere; andare attorno a guisa che fanno i convalescenti, guardando di non muovere qualche parte racconcia di fresco, prima ch’ella sia bene assodata; aver posto giú ogni appetito; ridotta l’aversione a quel tanto che nelle cose che dipendono dal nostro arbitrio è contrario a natura; non dar luogo a prime inclinazioni e primi moti dell’animo se non riposati e placidi; se sará tenuto sciocco o ignorante, non se ne curare; in breve, stare all’erta con sé medesimo non altrimenti che con uno inimico o uno insidiatore.