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I.

AVVERTIMENTI MORALI

a demonico

In molte cose, o Demonico, si vede essere non piccola varietá dai pensieri degli uomini buoni e d’assai a quelli delle persone tristi e da poco, ma molto piú si discorda Luna dall’altra gente nell’uso dell’amicizia. Perocché questi si sforzano di fare onore agli amici allora solamente che gli hanno dinanzi, quelli anco da lontano gli amano; e le familiaritá dei tristi in piccolo tempo si sciolgono, ma le amicizie de’ buoni nessuno spazio di tempo è bastevole a scancellarle. Adunque stimando essere conveniente che gli uomini desiderosi di fama e dediti alle lettere, piglino a imitare non mica i tristi ma i buoni, mandoti donando questo discorso in segno cosi dell’amicizia che è tra noi due, come della dimestichezza eh’ io ebbi giá con Ipponico. Perocché bene è ragionevole che i figliuoli succedano nelle amicizie dei padri siccome nelle sostanze. Veggo ancora che la fortuna e il tempo ci favoriscono e ci sono a proposito, atteso che tu sei vago d’imparare, io procaccio d’insegnare altrui, e tu di presente attendi a filosofare, io sto indirizzando gli altri in questa medesima opera. Quelli per tanto che scrivono ai loro amici certi tali discorsi per muovergli allo studio della eloquenza, fanno cosa buona, ma essi però non si adoperano intorno alla parte principale della letteratura. Coloro che ai giovanetti porgono di quegli avvertimenti e consigli che riguardano non a fargli esercitare nella eloquenza, ma si a fargli venire in grado che essi,