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Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/195

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DISCORSO

in proposito di una orazione greca

di giorgio gemisto pletone


Tace la fama al presente di Giorgio Gemisto Pletone costantinopolitano; non per altra causa se non che la celebritá degli uomini, siccome, si può dire, ogni cosa nostra, dipende piú da fortuna che da ragione. E niuno può assicurarsi, non solo di acquistarla per merito, quantunque grande, ma acquistata eziandio che debba durargli. Certo è che Gemisto fu de’ maggiori ingegni e de’ piú pellegrini del tempo suo, che fu il decimoquinto secolo. Visse onorato dalla patria; e poi trovatosi sopravvivere alla patria, ed al nome greco (o, come esso diceva, romano), fu accolto ed avuto caro in Italia, dove stette gran tempo e morì; ed ebbe una splendidissima riputazione in questa sua nuova patria, e medesimamente nelle altre province d’Europa, per quanto si stendeva in quei tempi lo studio delle lettere. Lascerò le altre particolaritá che di lui si possono vedere in molti scrittori: solo ricorderò che egli, esaminate le religioni de’ tempi suoi, riprovata la maomettana, che di quei giorni, piantata nel piú bel paese di Europa, pareva come trionfante e giá prossima ad ottenere il primo grado, non fu soddisfatto né anche della cristiana. E cento anni prima della Riforma (movendosi, non per animositá ed ira, come Lutero, ma per sue considerazioni filosofiche e per discorsi politici) disegnò, intraprese e procurò in alcuni modi, ancora sperò, e non molto avanti di morire predisse, lo stabilimento di nuove