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credenze e di nuove pratiche religiose, piú accomodate, secondo che egli pensava, ai tempi ed al bisogno delle nazioni.
Scrisse molti libri di storia, di filosofia pratica e speculativa, e di altre materie d’ogni genere: e tutti con tanta copia e gravitá di sentenze, con tal sanitá, con tal forza, con tal nobiltá di stile, tanta puritá, tanta finezza di lingua, che, leggendoli, presso che si direbbe non mancare altro a Gemisto ad essere uguale ai grandi scrittori greci, di quegli antichi, se non l’essere antico. E questo fu anco il parere dei dotti della sua nazione in quel secolo. Io noto che la letteratura greca, oltre che nella eccellenza degli originali non fu inferiore ad alcun’altra, nella felicitá delle imitazioni fu di lunghissimo intervallo superiore a tutte. Vedesi questa cosa giá ne’ piú antichi, voglio dir piú vicini di tempo agli autori imitati: in Dionigi d’Alicarnasso, in Diodoro, in Filone; vedesi negli scrittori del secolo degli Antonini, in Arriano massimamente e in Luciano: tutti, quanto alla lingua e allo stile, imitatori, che parvero poi degni d’imitazione essi medesimi; vedesi nell’autor del trattato della sublimitá; e in altri tali non pochi: lasciando i molti piú che sono perduti. Perocché la letteratura greca non vince solamente le altre nella bontá, come ho detto, delle imitazioni; ma nel numero altresí di esse, dico delle buone e delle classiche, soprastá di gran lunga. Finalmente, in sullo stesso spirare, ella ebbe in Gemisto uno che nell’esprimere la lingua e lo stile dei migliori antichi riuscí felice in guisa, che alcune volte superò, almeno per sentimento mio, qualsivoglia anco di quegli altri detti di sopra. Certo che nessuno mai né latino né italiano nostro fu tanto simile agli antichi della sua lingua, per molto ingegno che avesse, e per diligenza e studio che adoperasse, quanto fu Gemisto ai princípi della letteratura patria. Veramente è cosa mirabile questa nazione greca, che per ispazio dintorno a ventiquattro secoli, senza alcuno intervallo, fu nella civiltá e nelle lettere, il piú del tempo, sovrana e senza pari al mondo, non mai superata: conquistando, propagò l’una e l’altre nell’Asia e nell’Affrica; conquistata, le comunicò agli altri popoli dell’Eu-