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194 | volgarizzamenti |
fatti della Grecia e di Roma? Per questo non si leggeranno piú al mondo istorie di cose romane o greche? E leggendosi, chi può dubitare che assai piú diletto primieramente, e poi frutto di piú intima, di piú viva, di piú, per cosí dire, oculata contezza dei casi e degli uomini, non si abbia sempre a raccòrre dalla lettura delle storie composte da greci o da latini, che di quelle che delle medesime cose sono state o saranno fatte dai moderni? Cosí, niuno mai, per udire o per leggere altri che la descrivano, potrá fare in sua mente, non dico un vivo, ma né anche un vero concetto della eloquenza di Cicerone e di Demostene, né forse ancora dell’uno e dell’altro uomo, se egli non leggerá le loro orazioni; e dell’uno, eziandio le lettere. Cosí d’infinite altre cose: che in vero infinite se ne ritrovano di quelle che o non si potranno aver mai se non dagli stessi scrittori antichi, o sempre si avranno migliori e piú dilettevoli dalle fonti, che alcun altro luogo. Onde, potendosi in Italia intendere, non che leggere speditamente, il greco e il latino da tanto pochi, rispetto al numero di quelli che o si dilettano o per qualunque cagione usano di legger libri; perché negheremo noi che non le convenga anco per la cognizione delle materie, esser provveduta di buone traduzioni dal latino e dal greco: quando nella Germania, ove è tanto minore il bisogno, è tanto grande la copia dei volgarizzamenti, i quali, siccome essi meritano, cosí ancora hanno grandissima riputazione? E lo stato dell’Italia in questo particolare è comune alla Francia, e parimente all’Inghilterra oggidí, e in somma a tutto il mondo, salvo solamente la Germania e l’Olanda, e in alcuna proporzione la Svezia e la Danimarca.
Ma quando eziandio stessero cosí le cose, che ogni persona cólta e gentile, insino alle donne, leggessero latino e greco (cosa tanto vicina alla veritá, che ella ci riesce ridicola a immaginarla), tuttavia le traduzioni perfette avrebbero quel pregio che hanno le statue e le pitture eccellenti, che non servono però a nulla. Dico non servono a nulla, per favellare come sogliono i nostri filosofi. Anzi servono esse a dilettare