Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/24

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18 pensieri - xxi

chi vorrá leggere a prezzi determinati: che saranno per la prosa, la prima ora, uno scudo, la seconda due, la terza quattro, la quarta otto, e cosí crescendo con progressione aritmetica. Per la poesia il doppio. Per ogni passo letto, volendo tornare a leggerlo, come accade, una lira il verso. Addormentandosi l’ascoltante, sará rimessa al lettore la terza parte del prezzo debito. Per convulsioni, sincopi, ed altri accidenti leggeri o gravi, che avvenissero all’una parte o all’altra nel tempo delle letture, la scuola sará fornita di essenze e di medicine, che si dispenseranno gratis. Cosí rendendosi materia di lucro una cosa finora infruttifera, che sono gli orecchi, sará aperta una nuova strada all’industria, con aumento della ricchezza generale.

XXI.

Parlando, non si prova piacere che sia vivo e durevole, se non quanto ci è permesso discorrere di noi medesimi, e delle cose nelle quali siamo occupati, o che ci appartengono in qualche modo. Ogni altro discorso in poca d’ora viene a noia; e questo, ch’è piacevole a noi, è tedio mortale a chi l’ascolta. Non si acquista titolo d’amabile, se non a prezzo di patimenti: perché amabile, conversando, non è se non quegli che gratifica all’amor proprio degli altri, e che, in primo luogo ascolta assai e tace assai, cosa per lo piú noiosissima; poi lascia che gli altri parlino di sé e delle cose proprie quanto hanno voglia; anzi li mette in ragionamenti di questa sorte, e parla egli stesso di cose tali; finché si trovano, al partirsi, quelli contentissimi di sé, ed egli annoiatissimo di loro. Perché, in somma, se la miglior compagnia è quella dalla quale noi partiamo piú soddisfatti di noi medesimi, segue ch’ella è appresso a poco quella che noi lasciamo piú annoiata. La conchiusione è, che nella conversazione, e in qualunque colloquio dove il fine non sia che intertenersi parlando, quasi inevitabilmente il piacere degli uni è noia degli altri, né si può sperare se non che annoiarsi o rincrescere, ed è gran fortuna partecipare di questo o di quello ugualmente.