Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/265

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dei costumi degl'italiani 259

a’ suoi simili, questo esempio ch’ei prende, da loro principalmente lo piglia. Una parte maggiore o minore, ma sempre una qualche parte, non solo della sua condotta, non solo del suo carattere, de’ suoi costumi, non solo del suo animo generalmente, ma del suo stesso intelletto e del suo modo di pensare, dipende, imita, si regola, è modificata dall’esempio altrui, cioè precisamente e massimamente di quella parte de’ suoi simili colla quale ei convive, sia che ei vi conviva per mezzo della lettura, sia specialmente colla persona, sia come si voglia1. Or dunque nella societá stretta l’essere continuamente testimonio delle cure che gli altri si danno (perciocché essa le richiede e ne impone una necessitá, non paragonabile alle naturali, ma pur molto imperiosa ed efficace), del peso che essi annettono, o che nell’estrinseco necessariamente e per legge molto naturale di essa societá, mostrano continuamente e totalmente di annettere alle bagattelle della societá medesima e di tutta la vita, fa che ciascuno, dal canto suo, non possa a meno, quanto ad una pratica ed anche ad una certa parte del suo intelletto, di non fare una tal quale stima della vita e delle cose umane, e di contarle per un qualche che.

  1. Anche gli uomini piú duri, ostinati, inflessibili, indipendenti, renitenti ai consigli, ai desiderii, alle opinioni altrui, nell’operare o nel pensare, nei sistemi di vita o di credenze, fanno però grandissima e forse la maggior parte di quel che fanno, credono la maggior parte di ciò che credono, perciò solo che gli altri lo credono, lo fanno, lo costumano, lo gradiscono. L’uomo il piú singolare, il piú libero, il piú brusco e salvatico, sia nella condotta, sia nelle opinioni e nei giudizi di qualunque sorta (se egli vive in societá) non lo è veramente se non in piccola parte delle sue azioni e de’ suoi pensieri. In tutto il resto egli è determinato e modificato dagli altri. Letto o leggendo un libro, anche sciocco o stimato tale da chi lo legge, anche dirittamente contrario alle piú care e piú radicale e confermate opinioni di questo, non è possibile che chi lo legge o lo ha letto, sia pure un filosofo assolutissimo e liberissimo, non pensi, almeno per una mezz’ora, anche suo malgrado, in maniera, per certa guisa, conforme allo scrittore del libro; non prenda il suo spirito, non sia mosso dalla sua autoritá, e non le dia qualche peso. Cosí nel parlare o aver parlato con una persona, anzi allora anche piú, perché sembra che la viva voce, e l’esempio vivo, dia piú autoritá e piú peso alle opinioni e al modo di vedere o pensare, ai gusti, alle inclinazioni di chicchessia. Se non altro un’ombra di dubbio, non fondato punto sulla ragione, ma sul puro esempio e sulla pura autoritá, non è possibile che non entri e per qualche spazio di tempo non rimanga nell’animo di chi ha letto o parlato come ho detto, ancorché liberissimo.