Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/295

Da Wikisource.

trarchi con conienti, e però a loro non è dovuta alcuna risposta. Altri gli diedero lode di esattissima brevitá, altri lo biasimarono di secchezza, altri di «. superflua prolissitá». Molti stranieri mi ringraziarono non senza maraviglia di poter leggere un poeta italiano coi medesimi sussidii che si hanno per leggere i latini e i greci. L’edizione di Milano fu venduta prestamente. Piú ristampe ne sono state fatte in questi dieci anni: nessuna con saputa mia; tanto che ritengono insino agli errori della prima stampa. Richiesto di giovare, se potessi, all’edizione presente, pongo qui avanti alcune poche avvertenze. In primo luogo questo «comento», che io chiamo piú volentieri «interpretazione», si diversifica tanto dagli altri comenti che abbiamo sopra il Petrarca, quanto si assomiglia a quelli che gli antichi greci e latini fecero sopra gli autori loro. Per lo piú non è altro che una traduzione dei versi o delle parole del Poeta in una prosa semplice e chiara quanto io ho saputo farla. Ogni volta che ad intendere il testo sono necessarie notizie storiche o mitologiche, si porgono brevemente. Non è passata in silenzio nessuna difficoltá della quale io mi sia accorto; e dovunque io non ho inteso, ho confessato espressamente di non intendere, acciocché il lettore, non intendendo, non si credesse né piú ignorante né meno acuto dell’interprete, come tutti gli altri comentatori vogliono che egli si tenga in tali occasioni. Quelli che mi riprendono di troppa abbondanza, non nell’esposizione di ciascun luogo o di ciascun vocabolo, ma nella quantitá dei vocaboli e luoghi che io spiego, hanno ragione, se considerano questo comento come fatto per loro: ma se lo considerano come fatto per tutti, anche per le donne, e, occorrendo, per li bambini, e finalmente per gli stranieri, non mi debbono biasimare di aver procurata a questi ogni comoditá, senza alcuno incomodo degli altri; i quali non sono mai sforzati di voltare gli occhi al comento nei luoghi che intendono; e con si piccolo dispendio di carta e d’inchiostro, che qui in Napoli, dove nel 1828, ristampando questa interpretazione, vollero, come dissero