Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/294

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l’avrebbero lasciata stare; finalmente di essermi persuaso che spiegati con pazienza somma, con particolaritá e chiarezza, i vocaboli, i sentimenti, e tra questi anche i piú reconditi, i pensieri dovessero essere intesi da chiunque avesse intelletto, senza che io gli sventrassi. A chi mi dice che il Petrarca non è oscuro, domandando perdono, rispondo che il sole non è chiaro, e prometto di provare il mio detto immantinente che egli avrá provato il suo. A quelli che si scandalizzano ch’io abbia chiamata antica la lingua del Petrarca, domando perdono dello scandalo, e soggiungo ch’ella era antica giá piú di trecento anni fa, ma oggi sará forse ringiovanita, o forse alcuni moderni saranno invecchiati. A quelli che mi accusano di avere scritto per li fanciulli, e di aver voluto insegnar la grammatica, perché talvolta noto i casi dei nomi, le persone dei verbi, e cose simili, a questi tali, oltre il solito perdono, domando licenza di ridere; e poi li prego a guardare eh’ io noto queste cose, non per insegnar la grammatica, ma dove alla prima vista, e forse anche alla seconda, l’accusativo, per modo d’esempio, pare nominativo; la persona prima, persona terza; il verbo neutro, verbo attivo; o vero al contrario; e cosi discorrendo. In ultimo domando perdono a tutto l’esercito innumerabile dei pedanti d’ogni nome e d’ogni bandiera, e a tutto il piccolissimo numero dei loro contrari: a questi, di avere scritta una interpretazione, a quelli, di non averla scritta a lor modo. E a tutti, o che mi perdonino o no, desidero tanta sanitá e contentezza, quanta costanza avranno nelle loro opinioni fino alla morte. Cosi sia.

4.

PREFAZIONE DELL’INTERPRETE

(1839)

Pubblicato questo comento l’anno 1826 in Milano, alcuni l’accusarono d’inutilitá, dicendo che il Petrarca è chiaro da sé medesimo. Questi tali è credibile che non comperino Pe-