Pagina:Leopardi, Giacomo – Pensieri, Moralisti greci, 1932 – BEIC 1858513.djvu/32

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26 pensieri - xxxix

adunque, dice, di questa falsa opinione ne’ vecchi, estimo io per me ch’ella sia perché gli anni, fuggendo, se ne portan seco molte comoditá, e tra l’altre levano dal sangue gran parte degli spiriti vitali, onde la complession si muta e divengon debili gli organi per i quali l’anima opera le sue virtú. Però dei cuori nostri in quel tempo, come allo autunno le foglie degli alberi, caggiono i soavi fiori di contento, e nel luogo dei sereni e chiari pensieri entra la nubilosa e torbida tristizia, di mille calamitá compagnata: di modo che non solamente il corpo, ma l’animo ancora è infermo, né dei passati piaceri riserva altro che una tenace memoria, e la immagine di quel caro tempo della tenera etá, nella quale quando ci ritroviamo, ci pare che sempre il cielo e la terra e ogni cosa faccia festa e rida intorno agli occhi nostri, e nel pensiero, come in un delizioso e vago giardino, fiorisca la dolce primavera d’allegrezza. Onde forse saria utile, quando giá nella fredda stagione comincia il sole della nostra vita, spogliandoci di quei piaceri, andarsene verso l’occaso, perdere insieme con essi ancor la loro memoria, e trovar, come disse Temistocle, un’arte che a scordar insegnasse; perché tanto sono fallaci i sensi del corpo nostro, che spesso ingannano ancora il giudicio della mente. Però parmi che i vecchi sieno alla condizion di quelli che partendosi dal porto tengon gli occhi in terra, e par loro che la nave stia ferma e la riva si parta; e pur è il contrario, che il porto, e medesimamente il tempo e i piaceri, restano nel suo stato, e noi con la nave della mortalitá fuggendo, n’andiamo l’un dopo l’altro per quel procelloso mare che ogni cosa assorbe e divora; né mai piú ripigliar terra ci è concesso, anzi, sempre da contrari venti combattuti, al fine in qualche scoglio la nave rompemo. Per essere adunque l’animo senile subbietto disproporzionato a molti piaceri, gustar non gli può; e come ai febbricitanti, quando dai vapori corrotti hanno il palato guasto, paiono tutti i vini amarissimi, benché preziosi e delicati sieno, cosí ai vecchi per la loro indisposizione, alla qual però non manca il desiderio, paion i piaceri insipidi e freddi e molto differenti da quelli che giá provati aver si ricordano,