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56 pensieri - xcv-xcvii

volta: di roba, troppo di rado; e l’uomo savio e prudente non ne dée richiedere di sí fatti. Piú presto si trova chi per un estraneo metta a pericolo la vita, che uno che, non dico spenda, ma rischi per l’amico uno scudo.

XCV.

Né sono gli uomini in ciò senza qualche scusa: perché raro è chi veramente abbia piú di quello che gli bisogna; dipendendo i bisogni in modo quasi principale dalle assuefazioni, ed essendo per lo piú proporzionate alle ricchezze le spese, e molte volte maggiori. E quei pochi che accumulano senza spendere, hanno questo bisogno di accumulare; o per loro disegni, o per necessitá future o temute. Né vale che questo o quel bisogno sia immaginario; perché troppo poche sono le cose della vita, che non consistano o del tutto o per gran parte nell’immaginazione.

XCVI.

L’uomo onesto, coll’andar degli anni, facilmente diviene insensibile alla lode e all’onore, ma non mai, credo, al biasimo né al disprezzo. Anzi la lode e la stima di molte persone egregie non compenseranno il dolore che gli verrá da un motto o da un segno di noncuranza di qualche uomo da nulla. Forse ai ribaldi avviene al contrario; che, per essere usati al biasimo, e non usati alla lode vera, a quello saranno insensibili, a questa no, se mai per caso ne tocca loro qualche saggio.

XCVII.

Ha sembianza di paradosso, ma coll’esperienza della vita si conosce essere verissimo, che quegli uomini che i francesi chiamano originali, non solamente non sono rari, ma sono tanto comuni che sto per dire che la cosa piú rara nella societá è di trovare un uomo che veramente non sia, come si