Pagina:Leopardi - Canti, Piatti, Firenze 1831.djvu/52

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i raggi Del gran pianeta al nido ov’egli alberga. Siccome in questi altrib 1 seguì la sentenza di quei filosofi che per virtù di raziocinio e di congettura indovinavano gli antipodi: Ne la stagion che ’l ciel rapido inchina Verso occidente, e che ’l dì nostro vola A gente che di là forse l’aspetta. Dove quel forse, che oggi non si potrebbe dire, è notabilissimo e poetichissimo, perocché lasciava libero all’immaginazione di figurarsi a modo suo quella gente sconosciuta, o d’averla in tutto per favolosa; dal che si dee credere che, leggendo questi versi, nascessero di quelle concezioni vaghe e indeterminate, che sono effetto principalissimo ed essenzialissimo delle bellezze poetiche, anzi di tutte le maggiori bellezze del mondo.„ Dall’edizione di Bologna.

  1. st. I.

(3) „Si ha rispetto alla congiuntura della morte del Tasso accaduta in tempo che disponevano d’incoronarlo in Campidoglio.„ Dall’edizione di Bologna.