Pagina:Leopardi - Canti, Starita, Napoli 1835.djvu/85

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consalvo 79

Fortunato mi tengo. Ah, se una volta,
Solo una volta il lungo amor quieto
E pago avessi tu, fora la terra
105Fatta quindi per sempre un paradiso
Ai cangiati occhi miei. Fin la vecchiezza,
L’abborrita vecchiezza, avrei sofferto
Con riposato cor; che a sostenerla
Bastato sempre il rimembrar sarebbe
110D’un solo istante, e il dir: felice io fui
Sovra tutti i felici. Ahi, ma cotanto
Esser beato non consente il cielo
A natura terrena. Amar tant’oltre
Non è dato con gioia. E ben per patto
115In poter del carnefice ai flagelli,
Alle ruote, alle faci ito volando
Sarei dalle tue braccia; e ben disceso
Nel paventato sempiterno scempio.

     O Elvira, Elvira, oh lui felice, oh sovra
120Gl’immortali beato, a cui tu schiuda
Il sorriso d’amor! felice appresso
Chi per te sparga con la vita il sangue!
Lice, lice al mortal, non è già sogno
Come stimai gran tempo, ahi lice in terra
125Provar felicità. Ciò seppi il giorno
Che fiso io ti mirai. Ben per mia morte
Questo m’accadde. E non però quel giorno