Pagina:Leopardi - Canti, Starita, Napoli 1835.djvu/84

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78 consalvo

     75Che divenisti allor? quali appariro
Vita, morte, sventura agli occhi tuoi,
Fuggitivo Consalvo? Egli la mano,
Ch’ancor tenea, della diletta Elvira
Postasi al cor, che gli ultimi battea
80Palpiti della morte e dell’amore,
Oh, disse, Elvira, Elvira mia! ben sono
In su la terra ancor; ben quelle labbra
Fur le tue labbra, e la tua mano io stringo!
Ahi vision d’estinto, o sogno, o cosa
85Incredibil mi par. Deh quanto, Elvira,
Quanto debbo alla morte! Ascoso innanzi
Non ti fu l’amor mio per alcun tempo;
Non a te, non altrui; che non si cela
Vero amore alla terra. Assai palese
90Agli atti, al volto sbigottito, agli occhi,
Ti fu: ma non ai detti. Ancora e sempre
Muto sarebbe l’infinito affetto
Che governa il cor mio, se non l’avesse
Fatto ardito il morir. Morrò contento
95Del mio destino omai, nè più mi dolgo
Ch’aprii le luci al dì. Non vissi indarno,
Poscia che quella bocca alla mia bocca
Premer fu dato. Anzi felice estimo
La sorte mia. Due cose belle ha il mondo:
100Amore e morte. All’una il ciel mi guida
In sul fior dell’età; nell’altro, assai