Pagina:Leopardi - Canti, Starita (corretta), Napoli 1835.djvu/63

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il primo amore 57


     50Il dubitoso orecchio, e un gel mi prese,
     E il core in forse a palpitar si mosse!
E poi che finalmente mi discese
     La cara voce al core, e de’ caval
     E delle rote il romorio s’intese;
55Orbo rimaso allor, mi rannicchiai
     Palpitando nel letto e, chiusi gli occhi,
     Strinsi il cor con la mano, e sospirai.
Poscia traendo i tremuli ginocchi
     Stupidamente per la muta stanza,
     60Ch’altro sarà, dicea, che il cor mi tocchi?
Amarissima allor la ricordanza
     Locommisi nel petto, e mi serrava
     Ad ogni voce il core, a ogni sembianza.
E lunga doglia il sen mi ricercava,
     65Com’è quando a distesa Olimpo piove
     Malinconicamente e i campi lava.
Ned io ti conoscea, garzon di nove
     E nove Soli, in questo a pianger nato
     Quando facevi, amor, le prime prove.
70Quando in ispregio ogni piacer, nè grato
     M’era degli astri il riso, o dell’aurora
     Queta il silenzio, o il verdeggiar del prato.
Anche di gloria amor taceami allora
     Nel petto, cui scaldar tanto solea,
     75Che di beltade amor vi fea dimora.
Nè gli occhi ai noti studi io rivolgea,