Pagina:Leopardi - Canzoni, Bourliè, Roma 1818.djvu/25

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     120Perchè venimmo a sì perversi tempi?
Perch’il nascer ne desti o perchè prima
Non ne desti il morire,
Acerbo fato? onde a stranieri ed empi
Nostra patria vedendo ancella e schiava,
125E da mordace lima
Roder la sua virtù, di null’aita
E di nullo conforto
Lo spietato dolor che la stracciava
Ammollir ne fu dato in parte alcuna.
130Ahi non il sangue nostro e non la vita
Avesti, o cara, e morto
Io non son per la tua dira fortuna.
Qui sì ch’il pianto infino al suol mi gronda.
Pugnò cadde gran parte anche di noi,
135Ma per la moribonda
Italia no, per li tiranni suoi.