Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/178

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DISSERTAZIONI FISICHE gli oggetti vicini perchè i raggi emanati da questi sono diver¬ genti, e per conseguenza più tardi vengon raccolti. Perciò un cristallino poco convesso li riunisce più in là della retina, e non congiunge nel suo foco, che i raggi paralleli. Quelli, il di cui cristallino è della prima specie appellansi Miopi, e presbiti quelli, che lo hanno della seconda. Si vede da quanto abbiam detto, che per i primi è necessaria una lente concava, la quale renda divergenti i raggi paralleli, ed una lente convessa per i secondi, la quale renda convergenti i raggi divergenti. Nelle persone di perfetta vista il cristallino j4o| per mezzo di alcuni filamenti detti ligamenti cigliati si rende più, o meno convesso secondo la maggiore, o minore distanza degli oggetti da osservarsi. Egli è dimostrato, che gli oggetti vengono nella retina dipinti rove¬ sciati, poiché i raggi emanati dai varj punti dell’oggetto s’incro¬ cicchiano nella pupilla, ossìa in quel foro, che è nella membra¬ na detta uvea la quale è tra l’umor acqueo, e l’umore cristallino, ma l’anima per la propria esperienza riferisce il raggio, che va a terminare nella parte superiore della retina alla parte inferiore dell’oggetto, e viceversa. Di ciò parla il celebre Algarotti nel suo non men saggio, che elegante Dialogo detto Caritèa posto in appendice agli altri suoi dialoghi sopra l’Ottica Newtoniana. Abbiamo di già parlato delle due prime parti dell’Ottica parleremo ora della Catottrica colla massima brevità. La luce incontrandosi in un corpo il quale gli neghi il passaggio rim¬ balza, e questo rimbalzar, che ella fa chiamasi riflessione. Ecco per qual cagione noi vediamo la nostra immagine allorché ci presentiamo innanzi ad uno specchio poiché i raggi, che parto¬ no dai varj |4i| punti del nostro corpo riflettendo sullo specchio son costretti a tornare ai nostri occhi. Questo effetto non può venir prodotto, che dai corpi assai levigati poiché se un oggetto si presenti ad altri corpi essi ne sparpagliano, e confondono quasi tutti i raggi. Essendo la riflessione un effetto della reazio¬ ne, ed elasticità non men della luce, che de’ corpi, su cui ella ca¬ 204