Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/218

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DISSERTAZIONI MORALI lorquando violati gli ordini della repubblica passato il Rubico¬ ne assalita l’Italia portossi a Roma, e discacciati con minaccie coloro, che contrastar gli voleano l’ingresso al pubblico erario ingiustissimamente se ne impadronì come può mai dirsi che egli in tutto il corso di queste iniquissime azioni ad altro non tendesse, che all’acquisto della contemplazion di un’idèa? Co¬ me può dirsi che Milziade il terror de’ Persiani superate, e scon¬ fìtte a Maratona le loro truppe con un numero dieci volte mi¬ nore di armati, e liberata la Grecia dai barbari, e l’Europa dal terrore apportatogli dai medesimi s’impadronì di moltissime città, ed isole, che prestato aveano ajuto ai Persiani come può dirsi che nel corso di tutte queste valorosissime azioni ad altro egli non tendesse, che a contemplar dawicino l’idèa del |i3| buono? E se questo non può in modo alcuno affermarsi come poi affermarsi potrà, che la felicità non sia posta, che nella con¬ templazion di un’idèa mentre gli uomini a tutt’altro tendono nelle loro operazioni? Nè qui si ricerca quale esser debba l’ulti¬ mo fine delle umane azioni, ed in che sia posta quella felicità, che l’uomo ricercar dee nell’operare, ma quale realmente sia il fine delle azioni umane, ed a che tendano gli uomini in qualsi¬ voglia loro operazione. Che se nel contrario aspetto si riguardi la Platonica ipotesi ella è certamente consentanea in gran parte, a quanto insegnato ci viene dalla Cattolica Fede, la quale ci am¬ maestra, che l’unica vera felicità dell’uomo non è posta, che nel conseguimento dell’eterna Vita, e che tutte le altre sorte di felicità non sono, che chimere, il che però non toglie, che l’uo¬ 244