Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/306

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1 DISSERTAZIONI METAFISICHE dalla sua ipotesi così scrive a Paffio ingenuamente confessando non aver egli inteso dare alla medesima nel proporla il vigor di sistema. «Non debbon sempre i filosofi seriamente disputare, e trattar le questioni, essi, che nel formar le ipotesi fan prova delle forze del loro ingegno ». |47| Più atto di ogni altro a spiegare le leggi del maraviglioso commercio, che passa tra le due sostanze componenti l’uomo si è il sistema chiamato dell’ influsso fisico, in cui l’anima dell’uo¬ mo è posta come causa efficiente de’ moti del corpo, i quali es¬ sa si determina a produrre, e produce in realtà a seconda del proprio volere per mezzo di un fìsico influsso, col quale altresì agisce il corpo sull’anima reciprocamente. La verità di un tal semplicissimo sistema può solamente comprendersi da coloro, i quali non hanno l’animo preoccupato da contrarie opinioni, mentre questi solo che per poco attendano alla intima causa de’ moti del loro corpo, e delle sensazioni della loro anima non potranno non essere naturalmente tratti nel nostro parere; che se poi voglia dirsi affatto vano questo interno sentimento ca¬ gionato dalla testimonianza della natura medesima, dovrà ne¬ cessariamente ammettersi un universal Pirronismo. La più for¬ te obbjezione, che soglia comunemente I481 farsi a questa ipote¬ si è, che non può per niun modo intendersi come una sostanza spirituale influir possa, ed operare sopra una sostanza corporea, e vicendevolmente una sostanza corporea sopra una sostanza spirituale. Ma non potendo per niun modo dimostrarsi la im¬ possibilità di tal reciproco influsso, mentre l’Ente supremo so¬ stanza semplicissima agisce realmente sui corpi per una forza propria della sua essenza, sembra doversi ammettere questo si¬ stema, che dalla natura medesima, e dalla insufficienza di ogni 330