Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/41

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dissertazione sopra l’ente in generale


dal nulla, ed il fine della sua esistenza non può essere che un totale annichilamento. Ed infatti l’essere composto produr non potrà certamente un essere semplice, poiché secondo il volgare assioma nulla è nell’effetto, che non si ritrovi ancor nella causa parlando dell’essenza, e degli essenziali attributi della cosa.

L’essere semplice non potrà neppur egli produrre un essere della stessa natura poiché non avendo egli parti niente può da esso separarsi, onde l’essere semplice nascer non può, che dal nulla. Così non potendo le sue parti disciogliersi per esserne affatto privo egli non può aver fine, che riducendosi al nulla per non esservi altro genere di morte, che possa por termine alla sua esistenza. La sua nascita, e il suo fine esser debbono necessariamente istantanei poiché le sue parti non possono successivamente unirsi, nè disciogliersi essendone egli mancante.

Devesi però osservare che noi non intendiamo per istante che un tratto di tempo affatto indivisibile. Un essere semplice dicesi ancora infinito, e finito un ente composto, il che esprime esservi in un ente semplice ad ogni istante tutti gli attributi essenziali, che possono appartenergli ciò, che avvenir non può in un ente composto.

Così pensa lo spregiudicato Filosofo sopra gli esseri, e sopra quella scienza, che ci apre la via alle altre sublimi Metafisiche dottrine. Parmi alcerto, che dai dogmi finora enunciati abbastanza dimostrisi l’utilità degli Ontologici studj a fronte de’ contrarj argomenti, e degl’insensati avversarj.