Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/45

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dissertazione sopra i sogni

costringa, o li obblighi ad abbracciare alcun partito in pregiudizio di quella libertà, che è connaturale all’umana mente, e che deve annoverarsi tra quelle doti, che formano la natura di una sì sublime sostanza qual’è l’anima dell’uomo, e che l’innalzano al di sopra di tutti gli enti creati, i quali, toltine gli Spiriti celesti sono ad essa inferiori, e soggetti. Quei medesimi pensieri, che in tanti aspetti si offrono allo sguardo del saggio Filosofo sono al presente l’oggetto, e lo scopo delle nostre parole, e noi li presenteremo in quell’aspetto, nel quale essi sembrano avvilir piuttosto la mente dell’uomo di quello che nobilitarla. Noi mostreremo adunque le cause, e le proprietà de’ sogni, e tutto ciò, che ad essi appartiene nel più chiaro lume porremo, che ci sarà possibile.

Noi non intendiamo in questo luogo di parlare che degli effetti dell’immaginazione nel tempo del sonno. Egli è questo quel tempo nel quale gli organi sensorj ed il celabro, in cui possiamo ragionevolmente supporre la sede dell’anima sono come oppressi da un torpore, o da un gravame il quale impedisce ai nervi di portare al celabro le impressioni ricevute, e si oppone più, o meno all’esercizio delle facoltà dell’anima a misura che questa si va avvicinando dalla vigilia al sonno, e dal sonno alla vigilia. Infatti allorché noi siamo in una perfetta veglia le facoltà della nostra anima si esercitano liberamente, e le ricevute impressioni vengono con ogni esattezza portate dai nervi al celabro in modo che, non essendovi alcun sufficiente impe-