Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/46

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dissertazioni metafisiche

dimento l’anima resta avvertita, e si accorge di qualunque benché minima impressione fatta negli organi sensorj. Se poi l’uomo entri in qualche leggero assopimento noi vediamo, che le nostre sensazioni sono men vive, e l’attenzione, che fa l’anima alle medesime si minora appoco appoco in modo che quando l’uomo è in procinto di addormentarsi l’anima percepisce appena languidamente gli oggetti delle proprie sensazioni finché le sue operazioni restano totalmente sospese. Noi possiamo affermare quest’ultima proposizione solo sopra la nostra esperienza poiché niuno ci assicura, che realmente sia l’anima in quel tempo affatto priva di sensazioni. Nondimeno noi possiamo supporlo poiché non evvi in ciò alcuna assurdità, e d’altronde la nostra cognizione sembra persuadercelo evidentemente. L’uomo dunque cessando appoco appoco la cagione, che impedisce alla sua mente il libero esercizio delle proprie facoltà torna gradatamente dal sonno alla vigilia, ed in questo tempo egli forma quelle confuse idèe di cui dobbiamo parlare. «La cagione de’ sogni, come esprimesi il celebre Muratori, ad altro verisimilmente non si può attribuire se non al trovarsi la Fantasìa allorché dormiamo come in sua balìa stante il riposo, o il legamento, che allora succede dell’anima o dei sensi. Gli spiriti del sangue circolanti per le cellette del cerebro commuovono allora i Fantasmi confitti ne’ varj strati, e piegature di esso cerebro, onde vengono a formarsi varie scene ora regolate, ma per lo più sregolate, e senza connessione veruna». Io aggiun-