Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/491

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FRANCESCO MARIA ZANOTTI torità dell’onesto, che comanda a gli stessi Magistrati, imponen¬ do altamente al Principe di intender sempre nelle sue leggi alla pubblica felicità. 34. Zanotti ii, c. iii, 40 (Virtù in generale, §§ 33-34): Un’azione fatta secondo le regole dell’onesto chiamasi vir¬ tuosa, così veramente, che queste tre condizioni non le manchi¬ no, prima che sia jatta per volontà libera, poi a fine d’onestà, in terzo luogo con fermezza d’animo, e costanza. Spieghiamo queste tre con¬ dizioni ad una ad una. 35. Zanotti ii, c. iii, 40 (Virtù in generale, § 35): E prima bisogna, che l’azion virtuosa sia fatta per volontà li¬ bera; poiché le cose, che si muovono non per volontà, ma per altro principio, quantunque facciano operazion buona, non si dice però, che facciano operazion virtuosa. 36. Zanotti ii, c. iii, 41 (Virtù in generale, § 37): Vuoisi in secondo luogo, che l’azion virtuosa sia fatta perfine d’onestà, il che se non fosse, non potrebbe nè men dirsi fatta secondo l’o¬ nesto; perchè colui, che fa un’azione, per altro onesta, ma non col fine di operare onestamente, anzi riguardando solo, e in¬ tendendo al suo comodo, par certo, che adatti l’operazione più tosto al comodo, che all’onesto, e più operi secondo quello, che secondo questo. 37. Zanotti ii, c. iii, 42 (Virtù in generale, §§ 38-39): Ricercasi in terzo luogo, che l’azion virtuosa sia fatta con fermezza d’a¬ nimo, e costanza, il che vuol dire, che colui, che la fa, dee esser disposto a farla, qualunque volta ragion lo chiegga. Così non si stimerà azione molto virtuosa quella, che fa colui, il quale paga il debito, che è piccolo, disposto di non pagarlo, se fosse maggiore; perchè costui mostra di non volere gran fatto scomodarsi per l’onestà; e s’egli l’ama, gli manca quella fermezza, che nell’amor si richiede. 513