Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/492

Da Wikisource.

II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA 38. Zanotti ii, c. iv, 42-43 (Virtù in generale, § 36): Le azioni dunque, che si fanno per timore, affin di sfuggire qualche grave sciagura, che ne soprastia, non lasciano per ciò di essere volontarie; imperocché partono da principio intrinseco, e si fanno con pie¬ nissima cognizione di ciò, che si fa; come colui, che getta le merci per timor del naufragio, il qual le getta movendosi da se stesso, e conoscendo benissimo ciò, ch’egli fa. La volontà dunque eccitata dal timore non lascia di essere volontà. Però ben dissero i Giuristi: coacta vo- luntas voluntas est\ e il famoso Paolo: coactus volui. 39. Zanotti ii, c. vi, 47 (Virtù in generale, §§ 40-41): Spiegata avendo fìnquì l’azion virtuosa, sarà facile intendere cosa sia la virtù, non essendo ella altro, che un abito di far le azioni vir¬ tuose; e quando dico un abito, intendo una prontezza, e una facilità di operare acquistata con l’esercizio, e con l’uso. 40. Zanotti ii, c. vi, 47 (Virtù in generale, § 42): E certo non pare, che la virtù debba essere altro, che un abito, perchè siccome non si dirà aver la scienza del danzare, ne si chiamerà danzatore colui, che una volta sola, e stantatamente fa un passo simile a quelli, che fanno i danzatori; ma sì colui, il quale essendosi in quell’arte lungamente esercitato, ne sa far molti, e speditamente, e con facilità, e con scioltura, e con gra¬ zia; così parimente non si dirà avere la mansuetudine, nè mansueto si chiamerà colui, che una volta sola, e a gran fatica abbia compresso l’ira sua; ma sè colui, che avendolfatto molte volte, ilfa oggimai facilmente, e quasi senza volerlo. E così può dirsi di ogni virtù. È dunque la virtù un abito. Nè altro certamente, che un abito, intendon gli uo¬ mini nel ragionar comune, qualora usano il nome della virtù. Il che da solo basta a provar quello, che abbiamo proposto. 41. Zanotti ii, c. vii, 49 (Virtù in generale, § 44): Non è alcun dubbio, che il soggetto della virtù si è il virtuoso-, poiché il soggetto di un abito è quello, in cui risiede tale abito; 514