Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/499

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FRANCESCO MARIA ZANOTTI da molti avarizia (...); ma non pertanto può uno cadere in questo estre¬ mo, e tuttavia non dirsi avaro; come sarebbe uno, il quale essendo stret¬ tissimo nei donativi, fosse larghissimo nelle spese, e consumasse tutto il suo in passatempi; il quale non si direbbe avaro; e tutta via mancherebbe alla liberalità, lasciando di donare, quanto con¬ viene. 68. Zanotti iii, c. v, 72 (Virtù in particolare, § 19): Può dunque chi è prodigo non eccedere nella liberalità; e chi manca di liberalità non è sempre avaro. Onde apparisce, ciò che vedrassi anche altrove, quanta confusion sia ne’ nomi popolari: e quanto bisogno abbiano di studiar bene la natura delle virtù, tutti quelli, che debbono parlarne al popolo, per non confon¬ der le cose, essendo i nomi così confusi. 69. Zanotti iii, c. vi, 72 (Virtù in particolare, § 20): La magnificenza è una virtù, per cui l’uomo fa le spese grandi mode¬ ratamente, cioè quando e come conviene. 70. Zanotti iii, c. vi, 72-73 (Virtù in particolare, § 21): Ben’è vero, che non dovendo le spese eccedere la facoltà di chi le fa poiché se eccedessero, non sarebbono convenienti, quindi segue, che nè i poveri, nè le persone mezzanamente como¬ de potranno aver magnificenza; imperocché o non fanno le spese grandi, ciò che alla magnificenza richedesi, o se le fan¬ no, non sono convenienti, il che ripugna alla virtù. Nè questo dee recar maraviglia; sapendosi, che non tutte le virtù son di tutti .Ha anche di quegli, che per mancanza d’averi non posson’essere li¬ berali. 71. Zanotti iii, c. vi, 73 (Virtù in particolare, § 21): Gli estremi della magnificenza assai si possono intendere per le cose dette. 521