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Pagina:Leopardi - Dissertazioni filosofiche, Antenore.djvu/500

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II ■ RACCOLTA ANTOLOGICA 72. Zanotti iii, c. ix, 78 (Virtù in particolare, § 23) La mansuetudine, che da i latini si chiama ancor lenità, è una virtù, per cui l’uomo trattien l’ira per modo, che stia dentro i termini del convenevole. Onde facilmente si vede, che colui, il qual mai non s’a¬ dirasse, eziandio che l’adirarsi talvolta gli stesse bene, non sarebbe man¬ sueto; anzi peccherebbe contro la mansuetudine, e incorrerebbe in un estremo, che potrebbe chiamarsi lentezza, non avendo altro no¬ me, ch’io sappia. (...)• L’altro estremo, che consiste nell’adirarsi oltre il convenevole, può dirsi ira viziosa, o smodata. E questo vizio è il più frequente, et è massimamente dei grandi, e dei potenti. 73. Zanotti iii, c. x, 79 (Virtù in particolare, § 25): Il commendare, e lodar se stesso, esponendo le proprie virtù, ove si fac¬ cia secondo ragione, mezzanamente, e con bel modo, mettesi a luogo d’u¬ na virtù, la quale Aristotele chiamò cdf|ùeia però gli altri la di¬ cono verità; forse perchè il lodar se stesso non può mai essere azion virtuosa, ove la lode non sia vera. 74. Zanotti iii, c. x, 79 (Virtù in particolare, §§ 26-28): E quindi è che il lodar se stesso, e le azioni sue conviene massima- mente al virtuoso, il qual però non dee farlo, se non che rare volte, e sol quando vi è astretto da necessità; di che abbiamo molti esempi in Cicerone, che ad alcuni paiono anche troppi. (...) Gli estremi di questa virtù facilmente s’intendono. 75. Zanotti iii, c. xi, 80 (Virtù in particolare, § 29): È anche un’altra virtù lodare et approvare i detti, e le azioni altrui, purché si faccia a buon fine, e convenientemente, e secondo ragione. La qual virtù se noi chiameremo gentilezza, non credo, che molto ci al¬ lontaneremo dal parlar popolare. 76. Zanotti iii, c. xi, 80-81 (Virtù in particolare, § 30): Un estremo di questa virtù consiste nel lodar troppo, e quando, e come, e per quel fine, che non conviene. Nel che mancano gli adulatori, che 522