Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/90

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ANNO 1817 - LETTERE 31-33 57 ieri, e subito ho mandato prenderò «lui Sig.r Stella il prezioso volumetto ch’Ella, per sua mercé, mi dona. Ieri io guardai tutto il di il lotto per una fortissima infreddatura. Oggi perù prima tli ogni altra cosa ho fatta la lettura della sua lodevolissima Traduzione, per cui le fo le mie più sincere e dovute congratulazioni. Prudentissima è la Prefazione, se non che pecca alquanto di eccessiva modestia. Ella ha levato qui da qualche tempo fama chiarissima di colto e valente giovane, e di aspettazione maravigliosa. Io poi non so comprendere come Ella travagli tanto e con tanta rapidità, e tante cose abbia imparato in paese forse non proveduto a dovizia di aiuti e di mezzi per gli alti studi. Perciò non posso cha ripetere i miei verissimi sentimenti di congratulazione, e desiderare che si trasferisca (lasciando intatta la gloria e la stima di Recanati) in un teatro più degno della sua persona.l Venendo ora al Frontone, intendo da Lei con dispiacere che abbia deposto il pensiero tli pubblicarlo. Io ho sempre parlato con vera stima del suo lavoro, e speravane la stampa, ed aveva avvisato lo Stella che io teneva presso di me certi’ mutazioni da farvi per ordine dell’Autore, ed era la lista da Lei inviatami.2 Ella però facilmente si persuaderà che gli stampatori e librai non guardano nel loro mestiere che l’interesse, e se nei loro calcoli un libercolo dà più utile di un Classico, quello senza dubbio preferiscono. Ella però non istia a dubitare che il suo Frontone non fosse degno della luce. Già i Tedeschi lo hanno stampato pure in loro lingua, ed un Berlinese ne |ha] fatto la,più stravagante ed indegna edizione che possa immaginai-si da uomo. Egli tutto lo ha capovolto: le parti della stessa pagina o talvolta verso del codice, ha sognato che appartenessero ad altri luoghi, a cui le ha t rasportate ecc. ecc. Tnsomma se io non fossi assai alieno e dal prender briga con chicchessia e dal gittare con poco frutto il tempo confutando assurde cose, si vedrebbe un bollo Articolo sulla edizione Berlinese di Frontone. Né meno è strano il disprezzo con cui vi si parla dello ingegno o stile di Frontone, in contraddizione perfetta coi discorsi mio e di Lei sopra questo Autore celebratissimo dagli antichi e tacciato di niun vizio. Anche di Francoforte ho meco un’edizione di Frontone, ma questa è fatta esattamente secondo l’edizione Milanese, conservando perfino le pagine e le stesse mende. Il piacere di parlare con Lei mi tira soverchiamente in lungo, e gìrciò farò fine pregandola di non deporre del tutto il pensiero del suo rontonc, o di conservarmi intanto la preziosa sua grazia e di avermi in conto di suo sincerissimo e lealo Servo amico od ammiratore. 33. Di Vincenzo Monti.3 Milano S Marzo 1817. Egregio e carissimo Sig.r Conte. Dirò cosa alquanto strana, ma vera. Mi si gela il cuore tutto le volte che mi accado tli ricevere il tlono di qualche libro, e non so mai trovare la via di rispondere al donatore, perché le novantanove per cento la coscienza è in conflitto colla creanza.4 1 Ecco, dopo gli eccitamenti dello zio Antici. un altro stimolo a G., da fonte non sospetta, a uscir tli Recanati. 2 V. lett. 10, pp. 24-28. 3 Dall’autografo, nella Nazionale di Napoli. 4 So il Giordani fu il primo a rispondere ringraziando G. dell’iinetde, il Mai e il Monti non tardarono di certo: e risposero noi medesimo giorno, come