Anche adesso posso darvele buone di noi, ma mi rammarica assai il
sentire che il viaggio vi ha disturbato. Potete credere quanto io sia
smanioso di rivedervi, ma potete, o forse non potete immaginare quale
desolazione sarebbe per mè il sentirvi infermo. Dunque abbiatevi tutto
il riguardo; scrivete spesso almeno una riga; e viaggerete quando potrete
farlo senza azzardo della salute. Godo che il freddo siavi meno mole-
sto che in add[iet]ro perchè così il nro clima vi riuscirà forse meno
contrario.
La vra Mamma ha conosciuto da certe stampe che Mons/ Muz-
zarelli Auditore di Rota in Roma fà molto conto di voi,1 e siccome
a momenti deve proporsi in Roma una causa mia col Cte Michele
Moroni, vorrebbe che la raccomandaste subito caldamente alli suoi
buoni uffizii. Io non sò se conoscete di persona quel Prelato, nè se
vi conviene lo scrivergli, e di queste materie. Contento la Mamma con
l’indicarvi il suo desiderio e rimetto il resto alla vra prudenza, e pieno
arbitrio.
Domenica, 22 corr.c saranno qui gli Antici. Il nuovo spontaneo
ufficio di Bunsen onora il suo carattere, ma poco gioverà perchè il nro
stato deve essere tutto intiero la preda degli intriganti. Addio mio caro
Giacomo. Non vi esca di memoria la tanto cara parte di noi che
abbiamo nel Cielo. Io vi benedico con tutto il cuore
vro affmo Padre.
1285. |
Di Giovanni Rosini. |
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A.C.
Lode al cielo, che finalmente mi avete detto «questo non mi piace».
Ho levato dunque il papero.
Vi mando, anzi rimando le stampe del Cap." di Galileo,1 p[er]chè
ci ho aggiunto qualche cosa. -
La vostra lettera2 fu subito mandata al Soderini. Le seccature dei
Dottorati cominciano a divenire insopportabili. Io ho bisogno di dor-
mire 7 ore: e andando a letto alle 11 '/2 e levandosi alle 5 l/2, sono
appena sei - Oggi sono d’una lassezza strana. Addio. Mi duole che
siasi sparso (temo dalla Censura) l’affare: non ostante vi prego segui-
tar nel silenzio.
G.R.
Pisa 20 Giugno 1828