1322. |
Di Giovanni Rosini. |
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A.C.
Eccovi il principio (che sarà un 6°) del Capitolo XVI.1 che sarà
difficile assai, e che mi riesce anzi il più difficile di tutti -. Addio.
- Superato questo, credo che ci sarà un altro solo intoppo. Salutate
gli amici.
G.R.
Pisa 28 Luglio 1828
1323. |
A Monaldo Leopardi. |
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Mio caro Papà. La cariss. sua de’ 14 pose fine all’agitazione
in cui mi trovavo, e di cui le parlai nell’ultima mia de’ 22. Que-
sta sua de’ 14 era stata visibilmente aperta: quando vedono qui
un carteggio frequente fra persone non conosciute, aprono due
o tre lettere per conoscere di che si tratta. Sono ben lieto che
la Mamma sia ristabilita del suo breve incomodo. Ancor io sono
molestato assai da sciolte, stitichezze e dolori frequenti di ven-
tre, che mi hanno tenuto in qualche apprensione, finché i medici
mi hanno assicurato che il male non è niente, che i miei visceri
sono sanissimi, e che Lutto dipende da una straordinaria ed
estrema sensibilità della tunica interiore degl’intestini, la quale
mi rende suscettibile d’ogni minima impressione, e si deve curare
con rinfrescanti, e colla regolarità del vitto.
Io non aveva mandato la Crestomazia, perchè troppo volu-
minosa per la posta, come scrissi a Paolina. Mi dispiace che ho
già dovuto spedire a Milano il ms. della Crestomazia poetica:
nella quale però non avrei potuto far piacere a Broglio (come
vorrei ben di cuore) perchè per troppe ragioni ho dovuto esclu-
derne gli autori viventi.