1391. |
Di Giovanni Rosini. |
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Amico Carmo
Vi aveva scritto a Firenze, ma è tornata la lettera con l’annunzio
ch’eravate partito. - E starete lungamente? - risposta, se vi piace.
Qui gli antichi conoscenti mi chiedono di voi: la Parra, le Mason, ec.
e il vostro padron di casa specialmente, oltre i letterati, poeti ec. -
Mi duole che non possiate vedere i miei tre ultimi Capitoli: non so
quel che saranno, ma mi son costati assai. Oltre il contener molti avve-
nimenti, li ho limati quanto più ho potuto.
Fatemi la grazia di dirmi se avete trovato esempio di scrittori del
ne in fine d’una dimanda, come p.e.
- Che dicevi tu della tal cosa? Ti piaceva, ne? -
Nel linguaggio familiare si usa; ma non so se siavi esempio scritto.
Vi scrivo, dopo aver riletto pfer] la 20.“ volta la Casa Nova del Gol-
doni: e sempre ammirato la somma naturalezza di quell’ottimo uomo.
Amico, mi pare che senz’avere un buon cuore, non si può avere uno
stile ingenuo: tutto è artefatto, tutto compassato. Una Compagnia che
recitò assai bene, sere sono, le Baruffe Chiozzote, mi ha spinto a rileg-
gere le Commedie Veneziane; e l’ho fatto con piacere infinito. -
Quest’anno gli scolari son più del solito: e così la voglia di sapere,
tanto bene quanto male, cresce a dismisura. Ma che dite delle nuove
opinioni dell’Antologia, dove lodasi a cielo la tragedia di Buondel-
monti,* e il Romanzo dcW’Allard? -2 Nessun lo legge, nessun lo vuole;
tutti compassionano l’ingegno di quella brava ragazza, che poteva
impiegarsi un po’ meglio - e là si dice che è cosa rara, degna d’esser
gustata da pochi! - Andiamo avanti così, che faremo una bella torre
di Babele.
Io vado avanti col pensiero nella disposizione della Luisa Strozzi:
la quale, se mi riesce, voglio fare d’una specie diversa dalla Monaca.'
Addio. Vi abbraccio di cuore - Datemi le vostre nuove, ma non siate
sì laconico, sicuro che mi farete un gran piacere.
G. Rosini
Pisa 17 Nobre 1828