Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/364

Da Wikisource.

cerato a motivo delle sue opinioni, e di alcuni de’ suoi ultimi scritti.6 Il Salvador fu accusato dinanzi a’ tribunali di aver violate le vigenti leggi della stampa nella sua opera sulle instituzioni mosaiche7 con quel capitolo, dove difende il procedere della nazione ebrea nel giudizio più celebre che sia stato al mondo. A quest’ora avrete già ricevuto noti- zia della morte di Melchior Gioja. Ho veduti manoscritti i quattro seguenti versi del Manzoni in morte del Monti, che vi trascrivo di memoria non so con quale esattezza: «Salve, o Divino, cui largì Natura - Di Dante il core, e del suo duca il canto: - Questo fia il grido del- l’età ventura; - Ma quella, che fu tua, tei dice in pianto». -8 Qui in Torino l’impresa de’ classici latini procede gagliardamente, essendo stato tolto via l’impedimento di cui vi avea parlato dalla fermezza e generosità del librajo Pomba, che per non sottoporre l’edizion sua alle stitichezze di una revisione rinunziò all’associazione di 25 copie, che si doveano pigliare dal magistrato della Riforma. Lo stesso stampa- tore ha cominciato a dare alla luce sotto il titolo di biblioteca popolare una raccolta de’ migliori classici italiani, che dovrà comprendere zoo volumi di picciol sesto, al prezzo modicissimo di 50 centesimi, per cia- scuno: impresa di molta utilità per le lettere nel nostro picciolo, e povero paese. Il volgarizzamento boucheroniano dell’opera di Seno- fonte non è ancora uscito fuori. Oltre a questa traduzione italiana, il Boucheron sta componendo in latino una vita del celebre amico del- l’Alfieri, il Caluso;9 la quale dovrà riuscir bella cosa. Ho salutato in nome vostro esso Boucheron, il Peyron, il Grassi, il Martini, il Det- toli, e tutti mi hanno incaricato di risalutarvi caramente, e di ringra- ziarvi della buona memoria che tenete di loro. Il Peyron mi diede spon- taneamente un esemplare del suo scritto sui papiri greci,1" commetten- domi di spedirvelo in suo nome. Fo la consegna unitamente a una copia del Raccoglitore a un librajo, incaricandolo di farlo tenere per mezzo del Masi di Bologna all’Avv. Brighenti. Ci vorranno alcuni mesi prima che il plico giunga costì, a motivo del giro che dee fare per Milano, e subito che l’abbiate ricevuto vi prego a darmene un cenno, perchè non vorrei che andasse in sinistro. Il Grassi mi ha parlato di un’opera che intende di pubblicare a malgrado della sua cecità, dopo il Dizio- nario militare, se avrà tanto di salute e di tempo da poterne mettere a ordine i materiali, che tiene già preparati. Essa dee trattare delle Origini della lingua italiana, e dimostrare a priori colla storia de’ popoli, e a posteriori col riscontro delle voci, e delle frasi, che per trovar quelle bisogna risalire ne’ tempi addietro al di là dell’idioma provenzale, e