Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/365

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ricercarle nelle favelle dei popoli settentrionali, degli Arabi, e de’ Greci, co’ quali gl’italiani comunicarono in varie guise all’epoca in cui si for- marono i primi rudimenti della loro lingua. A proposito di lingua ita- liana, ho veduti i primi fascicoli di un nuovo Dizionario di essa, che si sta compilando e stampando in Padova dai tipografi della Miner- va;11 il quale ho inteso dire che per la copia de’ vocaboli, e delle frasi, e per l’esattezza delle interpretazioni, e definizioni sia il migliore di tutti quelli, che sono usciti finora. Eccovi, Signor Conte, la poca sup- pellettile delle novità letterarie che mi son venute alla mente nello scri- vervi questa, la quale temerei fortemente che vi dispiacesse per la fami- gliarità, e vi fastidisse; per la lunghezza, se non avessi conosciuta, e sperimentata la generosità, ed indulgenza vostra. Pigliatela adunque in buona parte, e perdonatemi la sicurtà, che mi sono tolta. Fate divo- tamente riverenza in mio nome ai degnissimi vostri genitori, e ai gen- tilissimi fratelli; la cortesia dei quali nel ricevermi così amorevolmente in casa loro, e le gentilezze che mi usarono, congiuntamente alla vostra amicizia, non m’usciranno giammai dall’animo infin ch’io viva. Vi prego pure di salutare l’umanissimo Prof. Angelo Moretti, e di ricor- dargli la mia servitù. Quanto a voi, Signor Conte, mi confido, che senza che io ve ne preghi, vi varrete di me alla libera in tutto che io vi possa servire, e sarete persuaso, che la più cara dimostrazione di affetto che mi possiate dare è quella del comandarmi. Frattanto io vivo con grandissimo desiderio di saper delle vostre nuove, che spero saranno migliori, e novero con ansietà i giorni che impiega il corriere delle let- tere. Se mai la vostra salute non vi permettesse di scrivermi così pron- tamente una parola, pregatene uno de’ vostri fratelli; che l’indugio mi renderebbe troppo inquieto. E senza più mi dichiaro col rispetto più affettuoso Vostro devotiss.0 servitore, e affezionatiss." amico Vincenzo Gioberti. Di Torino, alli 12 del 1829.

1416. Di Antonio Fortunato Stella.
[Milano] 12 gen. 1829

Signore ed Amico amatiss. Le scrivo su questa circolare1 perchè possa anch’essa servirmi di scusa se ho indugiato cotanto a scriverle. Le occupazioni mie sono state