Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/366

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cotante, e continuano in gran parte ad essere che non mi permettono ancora d’intrattenermi co’ miei cari amici; ma spero che presto cesse- ranno, ed allora le scriverò come vorrei. Intanto riceva queste mie due righe all’infretta, che le scrivo particolarmente per aver notizie della sua salute che sospiro di sentir buona, o almen passabile. Con tale occasione l’avviso che la mia Casa sabbato scorso col mezzo del libraio sig. Sartori d’Ancona, a cui non ho avuto incontro di spe- dir prima, le ha inviato dodici copie della Crestomazia poetica, ma in carta comune, perchè in carta distinta non n’è stata tirata alcuna. Nel pacchetto vi troverà aggiunta la continuazione del N. Ricoglitore, cioè dal quad.no 42 al 48, ultimo dello scorso anno. Tutti i miei la riveriscono di cuore, ed io l’abbraccio teneramente Ant.° Fort.0 Stella che l’ama e stima assai assai.

1417. A Pietro Colletta.
Recanati, 16 gennaio 1829.

Mio caro Generale, Io vi ringrazio senza fine della vostra dei 25 dicembre. L’intendere che la vostra salute è migliorata molto, mi consola in maniera che io non vi so dire il quanto: ed anche mi rallegra moltissimo che abbiate già recato a fine il sesto libro della storia; tanto più mi rallegra, quanto mi rie- sce inaspettato, anzi contrario all’espettazione. Gli altri vostri amici che l’hanno letta, ammirano i pregi intrinseci della vostra opera: io ammiro come abbiate potuto condurre un lavoro di tanta fatica fra tanti patimenti e dolori corporali che avete avuto a sostenere quasi continui; e mi confondo a pensare che, quando la mia salute è indisposta, io non son buono a che che sia, e non dico a scrivere, ma nè anche solamente a conversare. Un’al- tra cosa mi avrebbe consolato assai se fossi stato in Toscana, ed è quel che ho da Vieusseux, che vi siete risoluto di lasciare quella vostra benedetta villa e di passare l’estate da ora innanzi cogli amici vostri a Firenze. Voi siete tanto amorevole e buono, quanto valente. Poiché volete che io vi racconti lo stato mio, per dimostrarmi grato e per ubbidirvi non ricuso il pericolo di venirvi a noia. Se io voglio vivere fuori di casa, bisogna che