materia tanto vasta, trattandola in una lettera, scritta rapidamente?
Speriamo, Leopardi carissimo, di riunirci tra poco a Firenze, dove non
mancherà desiderio ed agio di stare insieme. Io prenderò casa in città,
però che la mia villa è affittata per 2. anni: quando ancor Voi verrete,
io, se me ne darete il carico, cercherò stanza presso di me e de’ vostri
amici. Se vorrete star meco quanto vorrei star con Voi, passeremo
insieme molta vita: chè veramente io vi amo, ed ammiro i vostri talenti,
i vostri costumi, e quel vostro bel desiderio di fare. Conservatevi come
siete: in ogni tempo per la brava gente vi ha gloria; e di grazia non
mi dite, come sento spesso da parecchi, che siete freddo, indifferente
alle lodi ed al biasimo; contemptu famae, contemni virtutes. E qual
è poi l’amore che si porta all’Italia, se nulla facciamo in suo prò? è
amore da spadoni, eccitamenti, ma non prole nè diletti.
Addio. Spero che potremo a voce dire a lungo di cotali cose. Frat-
tanto amate
Il vostro amico
Colletta
1437. |
Di Pietro Giordani. |
|
[Firenze] 26. Febraio [1829] |
Mio caro. Hai fatto pur bene a consolarmi colla tua del 161 dopo
tanto silenzio, che mi dava pena. Desidero che presto possi chiarirmi
il brevissimo ed oscuro cenno che mi dai di tua trasmisgrazione. Parma
ha l’inverno o poco o punto men freddo di Milano; sicché vedi quanto
più di Firenze. Parma poi è certamente assai meglio di Recanati; ma
altrettanto meno di Firenze; che è l’unico soggiorno comportabile d’Ita-
lia, chi ben considera e pesa tutte le condizioni. Scrivimi un po’ più
spesso, se non ti disagia; e poiché sei ozioso di piacevoli fatiche, tanto
meno ti dee gravar questa. Salutami cordialmente Paolina e Carlo.
Addio caro; t’abbraccio con l’animo. Addio.