1438. |
Di Monaldo Leopardi. |
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Mio Caro Giacomo.
Soggiungo a voi questa riga, per dirvi che sono stato in piedi tré
ore e \ molto meglio di jeri, e ora vado a letto, dove a Dio piacendo
pranzarò con molto appetito. Abbraccio voi, Carlo, Paolina, e Pietruc-
cio, e benedico tutti. A Marziolo, partito Domca, consegnai la Geo-
grafia per Pietruccio. Addio addio di cuore
II vfo affmo Padre.
1439. |
Di Francesco Puccinotti. |
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[Macerata 28 Febbraio 1829] |
Carissimo Leopardi
Col maestro d’eloquenza di cotesto Seminario1 parlai lungamente
di te, giorni sono, e delle cose tue. Ciò mi raddolcì in qualche parte
la pena che io soffriva per non aver più avuto tue nuove da molto
tempo, e per non aver potuto ancora trovare l’opportunità di venirti
a riabbracciare in Recanati io stesso. Questo desiderio che m’arde tutto,
mi fece promettere al sudetto maestro che nella scorsa Domenica io
sarei venuto costì. Ma anche domenica imprevedute occasioni m’im-
pedirono il viaggio. Dimani forse... ma chi sa? Intanto ti rivegga per
me il S.r Grazini, giovane di ottime qualità, e nell’arte tipografica
peritissimo. Egli viene a te prima per conoscerti di persona, e vene-
rare in te il primo letterato e filosofo che vanti oggi l’Italia, in secondo
luogo per supplicarti (essendo egli addetto alla tipografia Mancini) onde
ottenere da te qualche inedito, pel quale i suoi Torchj possano facil-
mente venire in grido.
Se hai qualche po’ d’agio, scrivimi di te e degli studj tuoi. Addio.
Il tuo
Puccinotti
Macerata 28 Febbraio 1829