Pagina:Leopardi - Epistolario, Bollati Boringhieri, Torino 1998, II.djvu/764

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non ho saputo resistere e parto con lui domani. Provo un gran- dissimo dolore nell’allontanarmi maggiormente da lei; ed era mia intenzione di venire a passare questo inverno a Recanati. Ma sento pur troppo che quell’aria, che mi è stata sempre dan- nosa, ora mi sarebbe dannosissima; e d’altra parte la malattia de’ miei occhi è troppo seria per confidarla ai medici ed agli speziali di costì. Avrei voluto almeno, allungando la strada, pas- sare per Recanati. Ma ciò non era compatibile col profittare della bellissima occasione che mi si è presentata. Passato qualche mese a Napoli, se ne ritrarrò quel miglioramento che ne spero, avrò finalmente l’incredibile piacere di riabbracciarla. Da Roma, dove sarò domenica sera, Le darò di nuovo le mie notizie. Sono costretto a servirmi della mano altrui, perchè quelle poche ore della mattina, nelle quali con grandissimo stento potrei pure scrivere qualche riga, le spendo necessariamente a medi- carmi gli occhi. Mi benedica, mio caro Papà; le bacio la mano con tutta l’anima.

1870. A Monaldo Leopardi.
Roma 28 Settembre 1833

Mio caro Papà Ho ricevute le sue amorosissime dei 17 e dei 21.1 Il viag- gio ed il cambiamento dell’aria mi hanno fatto qualche bene: ma non quanto io speravo. Gli occhi non hanno guadagnato nulla. Obbligato a servirmi sempre del ministero altrui, appena arrivato, pregai Antici a darle le mie notizie. Oggi ho potuto stabilire il giorno della mia partenza che sarà lunedì per essere a Napoli la sera appresso. A primavera senza dubbio, se Dio mi conserva la vita, correrò a riabbracciarla; cosa della quale non è minore impazienza la mia che la sua. Abbraccio caramente i fratelli e a Lei ed alla Mamma bacio mille volte la mano. Il suo Giacomo