Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/158

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ANNO 1817 - LETTERE 77-78 125 Padre; scrivetemi spesso: volete me’ ch’io non vi chieda, che mi vogliate bene: lo so, lo so che me ne volete, e dovete volermene. Come non amereste un uomo, che amando pochissimi, voi ama singolarmente e smisuratamente? Addio, deliziosissimo e miracoloso Giacomino mio. Vi ama con tutto il cuore il vostro (Giordani. 78. A Pietro Giordani. - Piacenza.1 Recanati 26 Settembre 1817. Mio carissimo. Rispondo alle vostre dell’1 e del 9.2 11 nostro buon Mai mi ha scritto con quella cortesia che suole. Ho risposto 3: ma non avrà ricevuta In lettera se ha intrapreso il viaggetto che mi diceva. Veramente è un bel vezzo quello dello Spettatore, di mutare a beneplacito gli scritti altrui. A me pure ha fatto tante volte questo servigio, che ho giurato di non fargli aver più sillaba del mio; ma perché è pure una cosa comoda quell’avere ini giornale a sua posta, come questo finora m’è stato, temo di non diventare spergiuro una volta o l’altra.4 La salute in questi giorni potrebbe andar peggio. Di muoversi di qua né anche si sogna. A voi succede quello che succederà a me se mai vedrò il mondo: di averlo a noia. Allora forse mi dispiacerà e fora’anehe mi piacerà questo eremo che ora abborro.5 E quando dico mondo, intendo questo mondo ordinario, perché forse volendo non otterrei, ma certo non voglio nè titoli né onori né cariche, e Dio mi scampi poi dalle prelature che mi vorrebbero gittar sul muso, Dio mi scampi da Giustiniano e dal Digesto, che non potrei digerire in eterno.6 Certo che non voglio vivere tra la turba; la mediocrità mi fa una paura mortale; ma io voglio alzarmi e farmi grande ed eterno coll’ingegno e collo studio: impresa ardua e forse vanissima per me, ma agli uomini bisogna non disanimarsi né disperare di loro stessi. Se però vi concedo di essere stanco del mondo, non vi concedo già di essere stanco né punto meno ardente negli studi; ne’ quali vi voglio sempre caldissimo e ardentissimo anche per me, che tutte le forze in questa 1 Dalla copia di Paolina, corretta da G., in casa Leopardi. 2 Sono le lettere 72 e 74. ® La lettera del Mai manca: la risposta di G. è al n. 73. 4 E spergiuro fu infatti, come si vedrà in appresso. 5 Cosi fu realmente.

  • Allude alle mire del padre, e specialmente dello zio Carlo Alitici. Fin

dalla fine del ’14, dal sacerdote Fucili era stata presentata una supplica a nome di G., affinché questi, senz’aldina spesa, fosse annoverato «fra i Mantelloni di Palazzo»; poi l’Antici aveva insistito presso Monaldo affinché mandasse G. aU’Accademia Ecclesiastica, ove oltre che nella Teologia Dommatica e Morale, G. avrebbe potuto addottrinarsi in Gius Canonico e Civile, e in Gius Pubblico e Diplomazia, per mettersi in grado di salire ai pili alti onori della gerarchia ecclesiastica.