Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/163

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130 EPISTOLARIO a infinite bellezze di lingua e di sentenza. Tutto questo sarà detto pur troppo come Dio vuole: ma voi, carissimo, guarderete al buon volere. Ho anche ricevuto, benché tardissimo, la vostra dei 21 settembre.1 Oli quanto mi duole che venendo qua m’abbiate a perdere tanta parte della vostra stima! Perché io tengo per certissimo e infallibile che voi conoscerete di esservi sterminatamente ingannato nel figurarvi di me quello che mi sorivete. Però vi prego ma di cuore che vogliate mettervi bene in animo e tenere per sicurissimo di dover mutare opinione quando mi avrete conosciuto; acciocché allora 2 ne venga meno dispiacere a voi e meno confusione a me: clié io non so se ci sia vergogna maggiore che quella di chi conosce di aver mancato all’aspettazione. E questo della stima. Ma dell’affetto ben altro. Io veramente non ardisco dire che il cuor mio sia cosi buono come è il vostro, unico propriamente. Ma tuttavia è buono, e merita che il vostro affetto per me non iscemi mai. Addio, dilettissimo Giordani mio. Vi ringrazio cordialmente del vostro Panegirico. Se l’avervene detto sinceramente il mio povero parere vi sembra, com’è, poca cosa, io non so come rimunerarvene. Statemi sempre lieto. Addio, addio. SI. Al conte Francesco Cassi. - Pesaro.3 Recanati 17 Ottobre 1817. Carissimo Cugino. Avendo avuta occasione di pubblicare un Inno a Nettuno, e ricordandomi di quello che voi scriveste sulla medesima divinità per le nozze Perticali e Monti, ho voluto mandarvi una copia del mio opuscolo, non già perché lo paragonaste col vostro ma perché aveste il diletto di vedervi vincitore senza combattere.4 La copia che vi mando ò della seconda edizione molto pili corretta della prima, che è stata fatta l’aprile passato. Come vedete, la cosa non è di questi giorni, ed io già ci vedo mille difetti; si che a voi, che per l’amicizia me li perdonerete, volentieri la mando in segno di confidenza, ma non vorrei che la mostraste alle persone di buon giudizio. Più tosto avrò ben caro che me no diciate sinceramente e anche severamente il vostro parere. Siate certissimo che mi farete sommo favore dicendomene tutto il male 1 È al n. 77. 2 Questo «allora» fu aggiunto da G. nolla copia. 3 Dalla copia di Paolina, corrotta da G., in casa Leopardi. •1 Cerca, con la squisitezza delle Iodi, di fargli dimenticare l’ingiusto sospetto e il non meno ingiusto lamento mossogli per l’articolo dello Spdlolori.