Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/197

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164 EPISTOLARIO delle vostre composizioni; le quali cosi unite vi faranno più diffuso e più durabile onore, l’ensate intanto a raccoglierle, e accomodarle al vostro modo: ché quando sarò costi ne parleremo e disporremo la cosa alla esecuzione. È un pezzo che non ho vostre lettere: 1 non vorrei che foste vinto dalla malinconia. Fatevi coraggio. Né guai di corpo né guai di animo sono mancati a me: e nondimeno sopportando ho passato le burrasche, e sono giunto a un lido, se non molto ameno, pur sicuro e tranquillo. Or voi avete tante migliori condizioni; non vi abbandonate. A rivederci, forse in Luglio, o al più tardi in Agosto. Conservatevi ben sano, e ben affezionato al vostro affezionatissimo Giordani. Addio, caro Giacomino, addio. VA. Dello stesso. •Iilano_ 16 Marzo [1318]. Mio carissimo Ciiacomino. Vorrei che per un poco di tempo voi aveste meno ingegno o meno eloquenza; acciocché meno di forza avesse la vostra malinconia, e io dall’espressione di lei meno dolore. La vostra dei 2 marzo 2 mi fa pensare e parlare cosi. Ad ogni modo, con tra questo male, che è il più fiero di tutti, bisogna armarsi; e resistergli, e impedirgli i progressi, e vincerlo (ché è vincibile) e liberarsene. Ma, come fare? direte voi. Benché io sia stato malinconico al pari di voi, ed ora non sia allegro; ho nondimeno grande speranza di potervi confortare e consolare, e farvi trovare il vigore per superare questa malattia. Una certa disposizione malinconica è naturale agli ingegni, ed è necessaria al far cose non ordinario: ma l’eccesso uccide. E dovrebb’esser cura degli educatori l’impedirla; ché per lo più l’educazione la fa germogliare, o anche la inserisce negli animi. Nulladimeno è manco male che abbiate a combattere una malattia piuttosto che de’ vizi. C’rediatemi che pruarirete; e tanto, che vi ricorderete poi con maraviglia il passato. Intanto abbiatevi cura: fato moto, prendete aria; e non v’immergete tanto negli amari pensieri. Certo il muovervi di costà un poco mi pare necessario: vedremo se si potrà ottenerlo.3 Non v’ingannate no credendomi cordialissimo ed immutabile amico, secondo tutto il valore ch’ebbe questa parola in altri tempi. Io vi sarò amico per tutta la vita: e non lascierò altro che l’impossibile a tentare, di tutto quello che potesse giovarvi, o ragionevolmente piacervi. E quantunque io sappia ch’io non posso niente, o voi meritate ogni cosa; nondimeno cosi conosco gli uomini, ch’io vi riputerei di rara fortuna se in trent’anni trovaste altri due amici d’animo uguale. Ma io spero che piglierete tanto vigore, che probabile. In ogni modo, è degno di rilievo che, comò il Giordani fu il più autorevole divinatore dol genio e della futura gloria del L., cosi fu il primo che spontaneamento disognò raccoglierne e pubblicarne in volume gli scritti. E se il suo disegno non ebbe effetto, non por questo è minore il merito suo. 1 II L. veramente gli aveva scritto il 2 marzo (lett. 102); ma questa lettera non era por anco giunta al Giordani. 2 È al n. 102. 3 Come Carlo Antici aveva più volte in questo medesimo senso parlato forte con convinzione a Monaldo, cosi ora il Giordani parla qui a G. con altrettanto sincera convinzione, e non certo por insinuare in lui folli desiderii o speranze. Anzi è da ritonere che questa sua convinzione egli manifestasse deforentemente al conte Monaldo, come qui promette, allorché fu a Recanati.