Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/205

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170 EPISTOLARIO HOC A Pietro Giordani. - Piacenza.’ Recanati 24 Aprile 1818. Mio carissimo. Vi scrivo, come mi dite, a Piacenza per darvi il buon viaggio, e ringraziarvi del pensiero che avete di raccogliere le mie povere coserelle giovanili, a cui darò un’occhiata, e metterò da parte quelle che crederò che si possano ristampare, cioè meno della metà, come penso che giudicherete anche voi, aggiuntaci però, se vorrete, qualche bagattella inedita.2 Ma quanto al rivederle farò poco o niente, perché spero che le rivedremo insieme, o che le rivedrete voi; e questo sarà per cento revisioni mie. Dovete certo avere ricevuta una mia dei 3,3 poco dopo scritta la vostra degli 8. Mi vo confortando e rallegrando colla non più speranza ma aspettazione della vostra visita, che sarà come l’aurora alle tenebre. Addio. Vi abbraccio con tutta l’anima e vi aspetto; ma prima di voi, giacché c’è ancora qualche mese prima ch’io vi veda, aspetto e desidero, purché abbiate agio di scrivermi, qualche vostra lettera. Addio. 111. Di Carlo Antici.4 Roma <! Alaggio 1818. Mio Carissimo Nepote. Li tre quaderni dello Spettatore contenenti il 1° Canto dell’Odissea e la liniracoinioniachia furono da me recati alla Duchessa di Devonshire, e nel tempo stesso il 2° Canto deU’Efieide, 1 Dalla copia di Paolina, corrotta da G., in casa Leopardi. 2 Allude, forse, ad alcuni dei lavori non pubblicati nello Spettatore e nella Biblioteca, e a qualche altra cosa che aveva per lo mani. 3 II Giordani l’aveva ricevuta e vi aveva risposto il 22 (v. lettera precedente); ma, naturalmente, mentre G. scriveva questa lettera, quella viaggiava. ■I Dall’autografo, nolla Nazionale di Napoli. - Questa lettera risponde a una di G., che, come altre allo zio Carlo Antici, non mi ò stato possibile di rintracciare. Nondimeno, questa ed altre dell’Antioi a G., trovato nella Nazionale di Napoli, sono importanti sia per se stesse, sia perché ci pongono in grado di ricostruire in buona parte le leopardiane perdute. Risulta infatti dalla presente eh» G. aveva inviato allo zio i suoi lavori per la duchessa di Devonshire, del cui giudizio diceva di far gran conto; e gli aveva annunziato il disegno del Giordani di raccogliere e stampare le migliori suo cose. - Quanto uli’Antici, si è già vista la parte attivissima ch’egli aveva presa alla salute, agli studi, e alla carriera del suo grande nipote. E di fatti il marchese Carlo Antici (1772-1849), primogenito di Filippo e della contessa Teresa Montani di Pesaro, come fu il più intimo e caro amico di Monaldo Leopardi (eran quasi coetanei, e la loro amicizia durò mezzo secolo), cosi e per riguardo a Monaldo o per riguardo alla sua prediletta sorella Adelaido ebbe sempre cura affettuosa a tutti i loro figli, e in particolare a Giacomo, del quale fu uno de’ primi a riconoscere l’ingegno straordinorio e a prognosticare la futura granelezza. Né gli mancava l’intelligenza e la cultura per formare fondatamente un tale giù