Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/247

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212 EPISTOLARIO Mi perdoni questo nuovo fastidio, mi dia notizie della sua salute «Ielle quali possa rallegrarmi, e augurandole insieme colla mia famiglia 1111 felicissimo capo d’anno, mi dichiaro invariabilmente suo devotissimo obbligatissimo servitore ed amico. Xjrf’. Allo stesso, ivi.1 Recanati 11 Gennaio 1819. Veneratissimo Signore Padrone ed Amico. Poche ore dopo averle spedita la mia degli 8 del corrente,2 colla quale mi dispiace d’averla inutilmente incomodata, ricevetti la sua gentilissima dei C 3 piena di sentimenti capaci di confondere qualunque persona molto più degna di me, ed insieme il libro 4 ch’Ella si compiace di clonarmi, e le due copie della stampa emendata da Lei con si penosa diligenza,6 in somma tanti e tali favori eli’ io non so donde incominciare per ringraziarla. Se non che mi sembra che il maggiore essendo il dono del suo libro, mi convenga ringraziarla principalmente di questo, aggiungendo che non ho voluto tardare un momento a leggerlo, per arricchirmi delle infinite cognizioni ch’Ella sparge in questa come nelle altre sue opero con abbondanza e dovizia del tutto nuova e senza esempio. Ella scherza quando antepone le mie povere Otli al suo libro, al quale se fossero solamente poco inferiori, come per lo contrario lo sono di grandissima lunga, si dovrebbero lusingare d’acquistar fama chiara e durevole al loro autore. Se io dovessi riprendere alcuna cosa nel suo scritto, sarebbe la macchia ch’Ella ha voluto fare ad una pagina coll’inserirvi il mio nome; e similmente dovrei condannare quelle espressioni della sua lettera che le ha suggerite una somma, e dirò anche strabocchevole cordialità, dove però se riprendo il giudizio, lodo e ringrazio caldamente la benignità che negli animi ben fatti spesso offusca il giudizio lodevolmente. Ed io non posso se non raccomandarmi a questa stessa benignità, perché mi perdoni se la soprabbondanza dei benefìci mi toglie i mezzi di renderle grazie proporzionate. Ma se mi toglie i 1 Da una copia, tratta dall’autografo a cura di C’. An-tona-Traversi, o conservata dal p. C. Benedettucci. 2 È la precedente. 3 È al n. 145. 4 È la Lettera a mona. Caleagnini, stampata in Roma sullo scorcio del ’ 18, contenente la nota encomiastica per G., segnalatagli dal Cancellieri nella lett. 145 (p. 210, nota 5>, e prima dallo zio C. Ar.tici (lett. 143). 5 Questo può dirsi un puro complimento: G. non restò punto soddisfatto nò dolla stampa, né della correzione. Oltre all’aver lasciato correre qualche errore, il Cancellieri in alcuni luoghi mutò arbitrariamente l’ortografia, ponendo, ad esempio, l’j lungo che G. più non volle.