Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
214 EPISTOLARIO Ella a suo commodo favorirà di rimborsarmene per quella stradr che pili Le piacerà. Io torno a rallegrarmi con Lei delle sue ammirabili Canzoni, e sfido lo stesso Cigno dell’Eridano a cantare con maggior forza, ed a spiccare voli più sublimi. Se fossi capace di fare una sola Canzone simile ad una delle sue, vi cambierei tutta la farragine delle mie ridicole e miserabili produzioni, di cui ho tutto il motivo di arrossire. 1° l’ho servita, ma appena lo credo; tante sono state le difficoltò e i pericoli incontrati! Cradisca questa mia premura, a costo non lieve della mia quiete, nell’avanzata mia età, e nella mia rovinata salute; 1 mi riverisca i suoi degnissimi Genitori e Fratello; e mi creda sempre con la più alta stima suo D.mo Obbl.mo Serv. ed Amico. A Pietro Giordani. - Piacenza,2 Recanati 18 Gennaio 1810. Mio carissimo. Potete immaginare quanto m’abbia consolato dopo il vostro lungo silenzio la vostra dei 5.3 Del manoscritto vi mando una copia stampata in Roma, ed è quella che mi son fatta venire per la posta cosi slegata come vedete, perché le altre legate le aspetto di giorno in giorno, ma per anche non sono arrivate. E arrivate che saranno, io le consegnerò immediatamente in anima e in corpo al pizzicagnolo, non volendo che nessuno veda quest’obbrobrio di stampa, nella quale io medesimo leggendo i miei poveri versi, me ne vergogno, clié mi paiono, cosi vestiti di stracci, anche peggio che non sono.4 E aggiungete che in questa carta non hanno stampato se non 24 copie, chiamandola carta velina reale; il rimanente 5 è in carta ordinaria, la quale io aspetto di vedere come possa essere più scellerata. E la spesa è stata maggiore a più doppi di quello ch’io mi pensava e che m’aveano detto, in maniera che 6 essendosi fatta delle mie proprie facoltà, che sono cosi laute come sapete,7 1 II Cancellieri, sebbene esageri secondo la sua natura e costume nel valutare l’opera sua, dovette realmente aver avute non poche noie e superate difficoltà non lievi nella stampa delle Canzoni. Non saprei veder poi quali <x pericoli» egli avesse anche incontrati. E forse per questi pericoli egli dice di «godere» che tutte le copio delle Canzoni, tranne le poche distribuite, andassero fuori di Roma. 2 Dalla copia di Carlo, corretta da G., in casa Leopardi. 3 È al n. 144. 4 Cfr. lett. 147, p. 212, nota 5. Ciò non ostante, meno di un mese dopo, G. mutò parere circa l’«obbrobrio» della stampa, e si decise a dar corso allo sue Canzoni. 5 Nella copia era scritto «il resto. 8 Nella copia era «talmente che». 7 Non veramente delle sue facoltà, ma di quelle della famiglia. Cfr. lettera 132, p. 189, nota 4.