Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/261

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220 EPISTOLARIO la qualità dell’offerta, cosi la dolcezza del cuor vostro vi sforzerà d’accettarla, per molto ch’ella sia povera e vile, e conoscendo la vanità del dono, a ogni modo proccurerete di scusare la confidenza del donatore, forse anche vi sarà grato quello clic non ostante la benignità vostra, vi converrà tenere per dispregevole. 156. A Vincenzo Monti. - Milano.1 Recnnati 12 Febbraio 1819. Stimatissimo signor Cavaliere. Dei motivi d’intitolare a V. S. le canzoni che saranno con questa, avendo parlato nella lettera dedicatoria, non accade ch’io le tenga altro discorso; e, ripetendo le scuse, e allungando oltre al necessario quest’altra lettera che tanto meno sarà molesta quanto più breve, faccia uffizio piuttosto importuno che riverente. Dirò solo che non volendomi arrischiare in nessuna maniera di porre il suo nome in fronte al mio libricciuolo senza sua licenza, scrissi al Giordani acciò con meno fastidio di V. S. me l’impetrasse, scrivendole in mia vece.2 Ma smarrita la lettera, e mentre ch’io replicava indirizzando a Piacenza, venuto il Giordani a Milano, dopo molto tempo mi rispose che scriveva in questo proposito a V. S.; ma fra tanto io mi poteva fidare di far quello che avessi creduto, nello stesso modo che se avessi impetrato effettivamente il consenso eli’ io domandava, e ch’egli considerando la bontà e l’amicizia di V. S. s’assicurava che non gli potesse mancare. Dopo di che, avendo atteso molti altri giorni, non ho avuto da lui nessun’altra risposta in questo particolare. Per tanto userò quella stessa confidenza c’ho usata nel dedicarle cosa tanto sproporzionata alla dignità di V. S., e mi farò animo di spedirle copia «Ielle mie canzoni prima di averne ottenuto licenza formale; né avendo altro mezzo adattato, la manderò pei- la posta.3 In verità che l’offerta è la più piccola cosa che si possa immaginare; ma io vorrei ch’Ella pensasse, e stimo che facilmente si persuaderà, che l’ingegno del donatore non sia più grande pei- nessun verso. E io mi rincuoro considerando che in parte è uffizio di noi piccoli il fare che risplendano le virtù de’ pari suoi non solo per l’evidenza che 1 Anche di questa lettera, come di quella al Perticari 153, la minuta autografa fu donata da Paolina, nel medesimo giorno 6 febbraio ’57, alla contessa Laura Carradori, per la medesima «Persona divotissima a me e alla mia famiglia >. 2 Cfr. lett. 137, 142, 144, 149. 3 Fino al giorno 17 il Monti non aveva ricevnto la copia, ma aveva potuto conoscer già le Canzoni e le aveva lodate assai. Vedi la lettera successiva del Cancellieri a G., in data 20 febbraio.