Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/296

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ANNO 181U - LETTERE 183-1SU so nitro modo per ringraziarti di tanta amorevolezza che è nella tua del 28 i marzo: e poiché io non amo nessuno più di te, siami dunque lecito appellarti a quel modo che i più cari. Son certo che non ti dispiacerà né che io ti ami tanto, né che io parlandoti usi tutti i modi deli’amore. La tua dei 28 mi vien dunque da Piacenza a Milano; dove io sto pochissimi giorni: vado a Vicenza presso mio fratello: vi rimarrò tutto aprile, e forse un poco di maggio: ritornato qua ci resterò un pezzo. Vorrei sperare che la nostra corrispondenza di qua sia meno sfortunata. La tua ultima però aveva segni evidentissimi di rottura; del che non mi sono mai accorto né in tue lettere né in altrui. Ma poco m’importa cho altri si soddisfaccia delle nostre lettere; purché non manchino a noi. Calciati e Pallastrelli ebbero lo canzoni; e ti risposero: se lo lettere non ti arriveranno sarà colpa delle poste nefandissime. Io m’ero immaginato cho sarebbero potute mancare a Montani,2 ottimo e amabilissimo uomo: e però presi meco l’esemplare di Calciati in prestito, per lasciarglielo nel mio passaggio di Lodi. E infatti egli non avevo avute le canzoni già da me annunziategli, e da lui molto desiderate. Egli intanto lo leggerò, e manderà a restituirle a Calciati, aspettando poi che da Recanati gliene venga il poterle possedere. Puoi tenere lu lettera di Mai; 3 il quale ti ha risposto ringraziandoti dello canzoni, piaciutegli moltissimo. Anche son piaciute molto al mio buon Monti, che ti ha risposto.* (Non devi credere di essere tenuto per un fanciullo. Di’ piuttosto cho non nsi ancora tanto universalmente conosciuto quanto dovresti. Ma già son molti quelli cho ti tengono per tiovio e grandissimo e rarissimo). Presto vedrò Trissino in Vicenza: ma credimi che s’egli e Roverella & non ti hanno risposto, è certissimo peccato delle Soste, che le tue o Io loro lettere si sono divorate: perché quei due sono ei più cortesi che vivano, e miei amicissimi, e fortemente italianissimi, e di natura da doverti adorare. Cosi mi pare impossibile che il gentilissimo Stroechi ti inanelli. 6 Coltiva la corrispondenza di Perticari e di Borghesi, che sono bravissime persone e assai buone. Mi piace assai cho tu scriva nell ’Arcadico: la compagnia è buona; e servirà a farti più conoscere. Mi dispera quel non poterti cavare di cotesto speco senza spesa; perché dove si può trovar subito un lucro che basti? Della milizia piemontese ho voluto saper meglio ciò che già non mi era ignoto.7 Non è facile, ma non è impossibile agli stranieri l’entrarvi; e mezzi buoni si troverebbero. Ma bisogna pure spesa non piccola nell’apparecchio; e poi bisogna anche avere del proprio; o massime ne’ principii, che i gradi infimi (dai quali bisogna cominciare) non sono lucrosi. Oli non puoi credere la continua puntura che ho profondamente da questo pensiero di te e di Carlo. Ma come fare? Ci penso sempre: ma in questo secolo privo affatto d’anime nobili, non ci trovo il verso. Scriverò più a lungo 1 È un orrore: voleva dir 26. 2 È significativo questo dubbio del Giordani sulla sorte delle spedizioni postali al Montani. 3 Cfr. num. 178, p. 253, nota 2. -I Questa risposta del Mon*i è al num. 165. 6 II Roverella gli aveva risposto il 31 marzo (num. 183); il Trissino, cho non aveva ricevuta la prima copia delle canzoni, dopo l’invio della seconda copia fattagli da G. ai 26 aprile, rispose ni 5 maggio (num. 197). 6 Eppure di lui non abbiamo nessuna traccia né menzione di lettera a G. (vedi num. 178, p. 253 nota 1). 7 Questo nei riguardi di Carlo Leopardi.