Pagina:Leopardi - Epistolario, Le Monnier, 1934, I.djvu/74

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ANNO 181«- LETTERE 19-2(1 43 Frontone, o di qualunque altra scoperta del Mai, siano pure in qualsiasi lingua, ché troverò modo di farmeli interpretare. A norma di. quanto si brama dall’Acerbi, la prego a confermare la nostra associazione alla Biblioteca Italiana: e lo avviso poi che nella Fattura n° 8 che Ella ha avuto la bontà di trasmettermi nella sua del 18 ca dente, non si è notato il prezzo del Bellini, sopra il quale ben volentieri la servirò del più ragionato articolo che mi permetteranno le mie forze.1 Le acchiudo ima mia piccola traduzione 2 della quale farà l’uso che le piacerà, con appiedi alcune Correzioni che le raccomando caldamente, da porsi ai loro luoghi nel II libro dell ’Eneide, o non giungendo in tempo, nell’Errata. Spedisco pure la collazione di tre scene di Seneca che sono le prime di tre tragedie consecutive, perché non si credesse che a bella posta io abbia scelte quelle che offrivano maggior varietà di lezione.3 L’edizione di cui mi son servito è buona e corretta, ma non è delle ultime, perché migliore non ne ho. Il Fabricio la chiama, edizione non dispregevole. Augurandomi fausti incontri per servirla, e desiderandole, anche da parte della mia famiglia, felicissimo il principio e il fine del nuovo anno, me le protesto Suo Devotissimo Obbligatissimo Servo ed Amico. 1. Plauti fragmenta, in Terentium commenlationes, Ismi et Themistii opera inedita, inventore Angelo Maj. 2. Forcellini. Lexicon totius latinitatìs. Patavii 1805. 3. Appendix ad Lexicon Aegidii Forcellini: carta comune. 4. Un Callimaco col testo greco, se è possibile dell’ultima edizione, se no della migliore che potrà trovarsi. 5. Porphyrii Philonis Ensebii opera novissime, detecta: al prezzo medio dei tre indicati: se non è già spedito dietro la mia ordina zione del 15 novembre p. p. ’ 1 Ma uon ne fece più nulla. 2 È la traduzione del Morelum, ossia La Torta, poemetto d’autore inuerto, posto fra le cose dubbie di Virgilio; traduzione che G. aveva fatta prima del 16 novembre di quest’anno, e che comparve nello Spettatore, quad. 68 del 15 gennaio’17. Ne fu fatta la ristampa dall’autore in Recanati cinque anni dopo, per le nozze dello zio Camillo Antici con la marchesa Marianna Ricci. S Ciò conferma quanto ho annotato alla lett. 16 (p. 38, nota 2), che cioè lo scopo di G. nell’inviare la collazione delle tre sceno di Seneca (la qual collazione lo Stella passò al Mai forse per averne un giudizio) era di porre in rilievo l’importanza e la ricchezza del codice, per accrescerne il valore non solo letterario ma anche commercialo.